EXAGERE RIVISTA - Gennaio-Febbraio 2025, n. 1-2 anno X - ISSN 2531-7334

La social-linguistica: nella rete si esprimono emozioni e socialità. Il nuovo libro di Vera Gheno

di Gianfranco Brevetto

 

Occuparsi della lingua italiana nell’era dei social è come muoversi in un ambiente totalmente imprevedibile e inesplorato. In questa nuova dimensione si è spinta Vera Gheno, sociolinguista, docente dell’Università di Firenze e collaboratrice dell’Accademia della Crusca, nel suo ultimo libro dal significativo titolo: Social-Linguistica, Italiano e italiani dei social network.

L’autrice, che cura e anima anche il fronte social dell’Accademia della Crusca, ci conduce in questo mondo inesplorato che ci impaurisce e che ci affascina,  cercando di tracciare una rotta, di segnare alcuni punti fissi di riferimento. Vera Gheno prende lo spunto dai suoi ricordi autobiografici, dal disinteresse per i primi Commodore 64 fino alla caparbia passione per le recenti novità.

Ed è davanti a questa nuova frontiera, alla rete che sembra sfuggirci insieme ai suoi contenuti linguistici, che nasce la social-linguistica. Questa, come ci dice Stefano Bartezzaghi nella sua introduzione, consiste nelle modalità espressive che utilizziamo agendo nei social network, essa è fatta di parole che esprimono non solo significati ma anche socialità.

Socialità che si presenta, a tratti, monca. Infatti mentre, come nota l’autrice, il villaggio globale appare come un’idea e un mito, i problemi reali possono nascere dalla parcellizzazione e dalla frammentazione che esiste online. Più che di villaggio ci si trova davanti, riprendendo la definizione di Manuel Castells, a una serie di cottage, individuali e iperadattati.

Da qui i limiti e le opportunità della social-lingua. Questa vuole, da un lato, possedere i tratti mancanti nella lingua scritta, come l’intonazione e, dall’altro, vuole essere alternativa nei confronti del linguaggio scritto e parlato.

Una delle principali caratteristiche della lingua che si incontra sui social network – sostiene Vera Gheno – è dunque il tentativo di rendere massimamente espressiva la scrittura, veicolando, oltre al mero “testo”, contenuti socio-emozionali attraverso strategie di compensazione che vanno a sostituire tutto ciò che durante un’interazione faccia a faccia si comunica normalmente con la gestualità, la prosodia, l’espressione del volto, ecc.”

Lo spingere la lingua oltre le frontiere fino ad oggi delineate consente ulteriori arricchimenti dal punto di vista della comunicazione. Ma un rischio esiste ed è quello di non favorire, anzi sostituire, l’interazione diretta.

Emergono, quindi, nuove forme di socialità, maggiormente centrate sul sé, sulla ricerca ossessiva della propria reputazione (la pratica dell’egosearch online) o sulla tendenza a circondarci, in rete, di persone che la pensano esattamente come noi (le cosiddette echo chamber).

Pratiche che diventano preoccupanti quando degenerano nelle manifestazioni di odio online e nell’amplificazione delle fake news.

Nonostante il pericolo di derive, il giudizio della sociolinguista resta positivo. Premesso che non esiste un’unica lingua social, ma più lingue che dipendono dal contesto e dalle situazioni in cui si esprimono in rete,  il linguaggio della rete è, e si propone come, segno di vitalità di una lingua che ha saputo adattarsi al nuovo mezzo.

Si tratta di una sfida che va accettata e vissuta da tutti in prima persona. Sfida che deve necessariamente tener conto di quanto accaduto negli ultimi venti anni. Come nota l’autrice parlando, nell’incipit del volume, della sua personale iniziazione ai social: “Ricordo bene il prima, e questo mi fa godere molto del dopo”.

 

 

Vera Gheno

Social-Linguistica

Italiano e italiani

dei social network

Franco Cesati Editore

2017

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