di Ramona Biasci, Valentina Cioni, Chiara Di Vanni, Chiara Paoli, Alice Salvetti
Nel 1973, quando uno dei “padri di Internet”, Vinton Cerf, ideò la rete telematica internazionale per il ministero della Difesa degli Stati Uniti, probabilmente non immaginava la rivoluzione e l’impatto di tale invenzione nella storia dell’umanità: Internet è oggi parte fondamentale della nostra vita professionale, privata e sociale.
Questo tipo di tecnologia offre, tra le altre cose, nuove modalità e forme di “stare” ed “essere” in relazione con gli altri “reali” o “virtuali”. Queste nuove forme di interazione influenzano soprattutto i giovani quali “creatori” e fruitori massimi di tale comunicazione.
L’implementazione e la diffusione su scala planetaria del web (www sta per “world wide web” che, appunto, significa “rete dell’intero mondo”) ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e di comunicare, permeando ogni esperienza della vita privata e collettiva, ridefinendo spazi e tempi della comunicazione e, in generale, della quotidianità.
La comunicazione ha subìto un’accelerazione, sono nati nuovi luoghi d’incontro virtuali che hanno dato vita a un nuovo modo, non solo di interagire, ma anche di ascoltare la musica, leggere, fare formazione, fare shopping, lavorare, ecc…
Tutte le informazioni, anche quelle più remote, sono diventate facilmente e “gratuitamente” accessibili a tutti.
In alcuni ambiti della nostra vita la rete e la realtà virtuale ci corrono in aiuto, con la creazione di ambienti simulati o producendo stimoli per affrontare paure o gestire bisogni, attraverso un ausilio rapido, intuitivo ed immediato.
Purtroppo l’uso del web ha avuto anche un impatto negativo dando vita a vari fenomeni quali il Cyber-suicide, il Cyber-bullying, il Cyber-sex, la dipendenza da internet, ecc..
Dopo aver consultato diverse ricerche, articoli e forum sull’uso del web e dei suoi innumerevoli rischi, abbiamo pensato che la demonizzazione di un mezzo così potente potrebbe limitare le sue potenzialità positive sulla qualità della vita delle persone.
A motivo di ciò, l’obiettivo del presente lavoro è quello di evidenziare gli effetti positivi, sociali e psicologici, che prendono vita dalle infinite possibilità che la rete offre.
I social network offrono la possibilità di creare Sé possibili, che agevolano l’attivazione del processo di Self Empowerment, declinabile in tre fasi fondamentali: ci troviamo di fronte alla presenza di un nuovo bisogno dato dall’emergere e chiarirsi di una nuova intenzione; immaginiamo realizzata l’intenzione iniziale come caratterizzata da risultati positivi grazie alla costruzione di una nuova possibilità positiva; sperimentiamo concretamente l’intenzione pensata trasformandola da pensabilità a possibilità.
Soltanto grazie ai social network la persona può scegliere nuovi modi di essere, attraverso nuove identità e nuovi ruoli, con la leggerezza e la consapevolezza dell’esiguità del danno in caso di fallimento e con un il minor investimento di forze.
Una branca della psicologia sociale sostiene che la capacità di gestire numerosi ruoli, sia di fondamentale importanza nello sviluppo dell’individuo.
In questo i social network permettono all’individuo di decidere come presentarsi e narrarsi, avendo così un ruolo centrale nella definizione della propria identità sociale.
In ottica sociologica, si può affermare che il social network rappresenti il giusto ambiente di Empowerment che fornisce la possibilità all’individuo di allargare le proprie possibilità ad un costo limitato per le sperimentazioni fallite.
Parlando di identità in chiave sociologica, Zygmunt Bauman (Intervista sull’identità, 2009 – p.91) sostiene che, sul piano individuale, “l’identità sia la scelta di una posizione e il rigetto di ciò che gli altri vogliono che l’individuo sia”. Tale identità va tutelata dal disinvestimento, cioè dalla sua negazione operata dagli altri. Nessun individuo può evitare di appartenere ad una o più “comunità di idee e princìpi” (vera o presunta, integrata o effimera), e questa condizione mette a dura prova la possibilità di mantenere coerenza e continuità della nostra identità nel tempo. Questa società “liquida”, prosegue Bauman, produce “comunità guardaroba”, in cui mancano punti di riferimento stabili e viene incitato il disimpegno. In quest’ottica, il bisogno di definire chi siamo diviene una priorità. La risposta alla ricerca del senso di appartenenza e alla costruzione dell’identità, secondo il sociologo, sta nel bisogno di relazioni significative su cui poter contare, nonostante i pericoli intrinseci che esse generano.
Da questo punto di vista, il web si offre come campo infinito di sperimentazione e ricerca.
Margarita Azmitia (2010) sostiene che la tecnologia ha modificato le modalità di interazione amicale ma non i valori degli adolescenti.
Inoltre, l’uso dei social network facilita la creazione di amicizie significative a persone socialmente emarginate e ansiose, la comunicazione on line favorisce lo sviluppo di conversazioni intime e personali (studio effettuato alla Queensland University of Technology in Australia: CyberPsychology, Behavior, e Social Networking, 2010).
Uno studio condotto sempre da Malinda Desjarlais (2010) ha sottolineato come la condivisione dei giochi al computer in soggetti socialmente ansiosi permette la costruzione di amicizie migliori rispetto ai giocatori socialmente ansiosi singoli. Secondo la ricercatrice, proprio la caratteristica dei giochi online di poter parlare con gli altri giocatori attraverso il computer senza un contatto visivo, può agevolare la comunicazione nei ragazzi socialmente ansiosi.
Fino all’avvento dei media la struttura delle reti sociali e l’identità sociale erano limitate dai vincoli spaziali e temporali. L’evoluzione e la diffusione dei nuovi media, sembra aver permesso di modificare questa situazione, incrementando la possibilità di sperimentare esperienze virtuali di cui ancora dobbiamo studiare e capire i reali risvolti.
E’ evidente in molti studi e ricerche come il web ed i social network abbiano ridotto se non eliminato le distanze, offrendo nell’immediato la possibilità di accedere facilmente alle più disparate informazioni.
I social network possono diventare una rete collaborativa caratterizzata da membri di un gruppo con motivazioni condivise. Questo utilizzo della rete sta modificando il ruolo del consumatore: da consumatore passivo di informazioni, si sta poco per volta trasformando in uno “spettAutore”, che crea o modifica contenuti esistenti secondo i propri bisogni, e in un “commentAutore”, che discute dei prodotti e che condivide le proprie riflessioni con gli altri utenti.
Tale concetto sembra essere evidenziato da uno studio di Riva e Mardegan (2009) dove la fusione tra ruolo attivo del consumatore e le potenzialità relazionali dei social network, sembrano modificare le logiche dell’advertising, rendendo meno efficace il potere di persuasione del messaggio pubblicitario.
Per concludere, ogni nuova cosa, esperienza, situazione, porta con sé pro e contro; aspetti positivi, possibilità e nuove problematiche, dipendenze.
Il web fa ormai parte della nostra vita, siamo stati travolti dalla sua velocità, virtualità, infinitezza e inevitabilità. La nostra vita si svolge anche on line ed è semplificata o peggiorata dall’uso che ne facciamo. La nuova generazione, quella che comunemente viene definita dei “nativi digitali”, non conosce l’assenza del web.
Tutto questo non può essere ignorato, demonizzato o esaltato. Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione sociale che probabilmente richiede più attenzione, informazione e meno pregiudizio.
BIBLIOGRAFIA
Azmitia, Families, peers, and Mexican-heritage adolescents’ negotiation of school transitions. (pp. 217-242). In N. Cabrera, F. Villarruel, & H. E. Fitzgerald (Eds.), Latina and Latino children and mental health.,Vol 1., Development in Context. New York, NY: Praeger, 2010.
Desjarlais, A longitudinal study of the relation between adolescent boys and girls’ computer use with friends and friendship quality: Support for the social compensation or the rich-get-richer hypothesis?, Computers in Human Behavior 26 (2010) 896–905, Canada, 2010. Way, Deep Secrets, Harvard University Press, 2011.
Mardegan, G. Riva, Web 2.0: Marketing e Pubblicità. Le nuove opportunità di business e di lavoro, Sprea Edizioni, Milano, 2009.
Z. Baumann, Intervista sull’identità, Laterza, Milano, 2009
SITOGRAFIA
http://www.opsonline.it/psicologia-31703-amici-virtuali-amici-veri.html
http://www.pensierocritico.eu/profilazione-identita-digitale.html