di Claudio Fratesi
“Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio;
senza di lei, mai ti saresti messo sulla via.
Nulla di più ha da darti.”
(Kavafis Costantino)
Se consideriamo le relazioni umane come un equilibrio dinamico tra forze diverse, possiamo dire che ci sono relazioni più facili ,nelle quali è relativamente semplice stare insieme e relazioni difficili, dove ci vuole una grande dose di impegno e di sentimento per continuare il percorso intrapreso insieme.
Nelle relazioni di coppia questa dinamica di forze in equilibrio e ancora più evidente, ci sono relazioni di persone che si sono conosciute al liceo, che hanno condiviso molte esperienze comuni, hanno condiviso le stesse idee, gli stessi eroi e poi ad un certo punto sono diventati una coppia.
Condividere un medesimo background facilita non poco il percorso di coppia.
Sono ex studenti ,hanno condiviso gli stessi ideali, hanno frequentato gli stessi ambienti sociali. Avere una storia comune costituisce un terreno solido per costruire una relazione di coppia, stessa cosa per quelle persone che non si conoscevano ma provenivano da famiglie simili per comunicazione affettiva o per modalità di appartenenza in famiglia o addirittura per traumi simili: perdite premature di un genitore, separazioni difficili ecc.
Anche avere valori familiari simili (mitologie) rende più facile la costruzione di una storia insieme, valori che spesso derivano da deficit familiari simili, penso alle famiglie che non sono riuscite a dare quella sicurezza, quella base sicura necessaria ai figli .
E questi figli, una volta adulti, è probabile che incontreranno persone con le stesse mancanze e cercheranno le stesse completezze nella relazione di coppia che costruiranno.
Sono le similitudini e non le differenze, sono le somiglianze che ci fanno legare alle persone, le somiglianze evidenti, quelle nascoste e anche le somiglianze presunte.
Trovare l’altra versione di noi stessi, una versione diversa, che può essere più evoluta o può essere più raffinata o diversa nell’affrontare situazioni, ma comunque sempre simile a noi.
Per ragioni di comodità espositiva farò una suddivisione arbitraria di una relazione di coppia in tre macro aree : una Dimensione Cognitiva, una Dimensione Affettiva e una Dimensione Spirituale.
La Dimensione Cognitiva rappresenta la modalità del pensare, del rappresentarsi il mondo, i gusti, gli schemi di comportamento, come vengono elaborate le informazioni anche la capacità immaginativa, la maggiore o minore rigidità nell’affrontare situazioni.
Si tratta di quella Dimensione che ci fa dire che “Ragioniamo allo stesso modo”, “Mi piace come affronti le cose”, “Ti comporti come me nelle situazioni simili”…
Gli aspetti cognitivi non sono aspetti secondari nello stare insieme, avere modalità di ragionamento simili o molto diverse incide non poco nel comprendersi, nel costruire e nell’elaborare esperienze della vita, nel sentire che ci si capisce al volo che siamo fatti uguali.
Al contrario, il non capirsi, il fraintendersi, non essere d’accordo nella maniera in cui vengono elaborate e ragionate le cose produce distanza e difficoltà crescenti.
La Dimensione Affettiva è la dimensione imprescindibile è la capacità di amare (Kemberg), è il sentimento reciproco, l’espressione delle emozioni e l’importanza che viene attribuita ad esse.
Il calore, la cura, la sensibilità, tutto ciò che nel linguaggio comune è definito il Cuore ha una rilevanza enorme nell’equilibrio di coppia, una condizione sine qua non per costruire lo stare insieme.
Una Dimensione fondamentale ,necessaria ma non sufficiente per stare bene insieme.
Infine, la Dimensione Spirituale, la dimensione degli ideali, la filosofia della vita, dei valori ,delle idee, la dimensione del più grande rispetto al Noi della coppia.
È l’espressione dei grandi progetti della vita , della strada comune , il valore dei ruoli che impersoniamo, la sensibilità verso gli altri e verso i grandi temi della vita.
Suddividere la relazione di coppia in queste tre dimensioni è ovviamente un processo schematico che è utile per comodità espositiva, per cogliere appena un po’quel miracolo che lega due persone a volte per una vita intera e che consente a due persone di crescere insieme e di realizzare grandi progetti nella vita.
È evidente che più queste dimensioni sono simili e in armonia tra loro e tanto più sarà facile stare insieme ed è altrettanto chiaro che queste dimensioni si costruiscono principalmente nella vita familiare, perché è il sistema famiglia l’agente principale che forma la mente e il cuore delle persone.
Scrivevo poc’anzi di relazioni facili e relazioni difficili, relazioni che sono più funzionali e quindi più adattive e altre più rigide e fragili , relazioni che si rigenerano dopo una difficoltà e relazioni che si spezzano di fronte alle difficoltà.
– Brevi Storie
È morto. Giorgio, aveva 70 anni, morto dopo lunga malattia, era una persona conosciuta e apprezzata.
Dentro la camera funeraria accanto alla bara c’è seduta Anna, la prima moglie di Giorgio, seduta accanto ai due figli di circa quarant’anni che ha avuto con Lui ,piangono. A lato c’è Francesca, la seconda moglie di Giorgio con il figlio Enrico di quindici anni, figlio del secondo matrimonio di Giorgio.
Ad un certo momento , destando un po’ di stupore, entra Alberto il secondo marito di Anna, con i due figli di Anna e Alberto.
C’è da dire che Anna e Alberto si sono separati recentemente.
Appare una intersecazione di sentimenti ed emozioni molto intricata, Giorgio il defunto con vicino la prima moglie e i suoi primi due figli e poi la seconda moglie con il suo terzo e ancora vicino Alberto che è il marito separato della ex moglie con i due figli fatti con Anna.
Particolare inquietante: la prima e la seconda moglie di Giorgio nemmeno si guardano in faccia.
Una storia intricata, Giorgio aveva tradito Anna con quella che all’epoca era la loro baby sitter che poi divenne successivamente la seconda moglie.
Anna dopo la separazione incontrò Alberto, si sposarono e misero al mondo due figli , tutto andò bene finché ad un certo momento Alberto tradì più volte Anna e Lei fu costretta di nuovo a separarsi .
Anna, quattro figli, due mariti e due separazioni.
In quella camera funeraria ci sono tre mogli e cinque figli e ci viene da chiederci quali forze si incontrano in quella camera funeraria? Quanti sentimenti, vivi e morti, progetti infranti e ricostruiti si incontrano in quella stanza?
Storie che si intrecciano e sovrappongono, cicli Vitale della famiglia complicati, mitologie familiari simili e nello stesso tempo diverse che coabitano nella stessa famiglia allargata.
Questo puzzle famigliare è un esempio significativo del potere enorme che è insito nel costrutto sociale della famiglia, figli diversi di genitori diversi, legati da una storia comune da un’appartenenza comune.
Anna e Giorgio hanno condiviso per anni un grande progetto, una Mission che si chiamava figli e famiglia, poi qualcosa è accaduto e il filo si è spezzato e la Mission si è interrotta.
Giorgio e la ex babysitter hanno iniziato un’altra storia e un’altra Mission, questa volta un compito seppur condiviso ma non identico perché per la ex babysitter la Mission era figli e famiglia mentre per Giorgio probabilmente era rinascere dalle ceneri e guardare avanti.
Lo stesso per Anna e Alberto che hanno costruito una relazione con Mission condivise ma diverse Per Alberto la Mission era figli e famiglia, per Anna era rinascere e ricostruirsi.
Giuseppina e Flavio si sono sposati da ragazzi, provenivano entrambi da famiglie povere, si sono innamorati in fabbrica dove lavoravano fianco a fianco nella manovia che produceva scarpe.
La fatica era dura, entrambi ambiziosi iniziarono a fare fantasie su una realtà lavorativa diversa, autonoma e infatti appena sposati invece di godersi la vita di coppia iniziarono dopo l’orario di lavoro a produrre in proprio le prime scarpe, semplici ,piccole commesse di lavoro, che potevano assolvere con i pochi attrezzi che erano riusciti a comprare.
La piccola attività, nata quasi per scherzo, si amplia e dopo un paio di anni riescono finalmente ad aprire la loro ditta e mettersi ufficialmente in proprio.
Sono bravi e crescono velocemente, presto arrivarono i primi guadagni importanti, pieni di soddisfazione decidono anche di mettere al mondo due figli che praticamente vivono a casa dei nonni.
Con il crescere dell’azienda Flavio inizia a interessarsi alle giovani operaie, diventa il classico odioso titolare che si abbandona a battute volgari e spesso assume atteggiamenti apertamente molesti.
Giuseppina guarda con distacco a volte si arrabbia ma solo in maniera episodica senza mai mettere in discussione il loro rapporto.
Ma le voci corrono e più volte Giuseppina è costretta a scoprire le tresche sotterranee di Flavio e ogni volta licenzia la malcapitata di turno. Ma Flavio non si ferma!
Una mattina lo trova nudo con un’operaia dentro un furgone della ditta ed è la goccia che fa traboccare il vaso.
Tutti sapevano delle ‘prodezze’ di Flavio e Giuseppina, soprattutto per non perdere la faccia, inevitabilmente è costretta a separarsi in maniera plateale.
Una separazione che nel concreto si traduce nel trasferimento di Flavio al primo piano della loro Villa, mentre Giuseppina continua a vivere al secondo piano e per quanto riguarda il lavoro nessun cambiamento.
Il comportamento di Flavio nei confronti delle giovani operaie è più discreto, ma sostanzialmente resta lo stesso di prima.
E Giuseppina è un giorno mi disse con un bonario sorriso “ Poverello, alla sera viene e ceniamo insieme e poi se ne torna di sotto, qualche volta lo incontro per la scala, tutto profumato , nervoso, finge di aver da fare per la ditta ma io lo so che sta per andare da qualche donna”.
Carla ha 46 anni è sposata da 20, ha due figli.
Marco è suo marito ,una classica storia di coppia, come tante, nessun intoppo particolare, un matrimonio normale senza particolarità fuori dal comune.
Carla proviene da una famiglia di origine molto rigida, è figlia unica di genitori cattolici osservanti solidi principi religiosi, mal digeriti da Carla.
Marco, famiglia popolare, tre fratelli , tante discussioni , urla, ma tutto rientrante nella normalità culturale di appartenenza. I figli, crescono bene, 20 e 17, tutto scorre liscio solo qualche discussione su alcuni atteggiamenti di Marco che a volte sembrano troppo espansivi verso le donne ma niente di serio.
I problemi, in maniera sotterranea iniziano cinque anni fa quando Carla inizia a sentire un interesse per Maurizio, collega d’ufficio, un interesse amicale, si raccontano le cose della vita, a volte si sfogano di eventi e tensioni familiari.
Tutto sommato questa amicizia ha anche una funzione di decompressione, è stabilizzante e aiuta entrambi a stare meglio nelle famiglie che hanno costruito, ma con il passare del tempo i sentimenti si costruiscono come dice Fossati è la costruzione di un amore.
E infatti senza dichiararselo, forse senza rendersene pienamente conto si innamorano.
A casa di Carla la situazione cambia perché lei si sente più lontana da Marco, la sessualità si riduce notevolmente, una riduzione silenziosa e crollano le qualità che legano una coppia amorosa .
L’ultimo Natale Maurizio, in occasione del consueto scambio dei regali. improvvisamente si dichiara e confessa a Carla di essere innamorato di lei, è un uomo sposato e non ha le idee chiare sul da farsi, ma non ha dubbi sul sentimento che prova.
Carla in un attimo si dimentica i doveri coniugali, cancella l’educazione rigida e bigotta impartita dai genitori, scoppia a piangere e con le lacrime che scendono copiose dichiara apertamente di provare gli stessi sentimenti che prova lui.
Pochi mesi e la situazione familiare di Carla esplode, Marco non regge più la distanza crescente con la moglie e a Carla non resta altro che raccontare tutto quello che le sta accadendo.
E inizia quella fase molto complessa, piena di tutte le emozioni possibili che si chiama separazione .
–Riflessioni conclusive
A volte le storie di vita arrancano nella ricerca di un equilibrio migliore, un equilibrio che funzioni meglio che produca più felicità, ritengo che tutte le storie importanti abbiano molti obiettivi importanti dei super compiti, delle Mission che sono come lo scheletro che regge il tutto.
Se la Mission è la stessa per entrambi è più facile comprendersi e aggirare gli eventuali ostacoli che si possono incontrare nel cammino, se la Mission è importante e condivisa ma diversa probabilmente aumentano le possibilità che nel corso del tempo si possa incappare in crisi che possono diventare anche gravi.
Se la Mission non c’è o è solo individuale o è scarsa la possibilità che la relazione si interrompa è elevatissima anche se possono esserci situazioni disperate dove c’è una sola Mission individuale che viene imposta al partner.
La prima storia è un esempio, vero ,di come la vita possa diramarsi e dipanarsi in mille Rivoli. Mission diverse che diventano simili o viceversa, cicli Vitali che si intrecciano in un dedalo di ruoli, aspettative e gerarchie diverse
Nella seconda storia, la loro Mission di coppia era costruire un’immagine, una solidità economica ed essere riconosciuti come imprenditori.
Sicuramente erano entrambi succubi ai cascami di mitologie familiari e di sogni spezzati nelle loro famiglie.
La terza storia è una storia comune nella sua ‘banalità’ rappresenta una crisi che insorge dopo anni di incubazione di un amore e insorge quando la Mission di Carla era conclusa e lei aveva bisogno di un nuovo progetto di vita.
Suddividere la complessità di una relazione umana in tre macro ambiti, cognitivo affettivo e spirituale è stato un espediente spero utile per leggere meglio alcuni aspetti delle relazioni di coppia.
Grazie alla mia età mi viene da pensare ai mixer audio anni 70-80 ,quelli con i cursori orizzontali con i quali si potevano regolare i toni alti, medi e bassi delle musiche che ascoltavamo.
Immaginando tre cursori cognitivo, affettivo e spirituale è chiaro che quello centrale, affettivo ,non può che essere elevato, altrimenti la relazione cessa di esistere o si trasforma in qualcos’altro.
Gli altri due cursori possono avere livelli intermedi o anche molto diversi tra di loro e possiamo immaginare tante combinazioni di coppie o di famiglie possibili (Olson 1995).
Non dobbiamo concepire questi cursori come elementi immutabili , al contrario sono suscettibili di ampie variazioni che la vita può portare.
E la psicoterapia, che è un evento non previsto ma richiesto quando è necessario, nelle terapie di coppia incide notevolmente nel movimento dei suddetti cursori.
Spunti Bibliografici
Byng Hall J. ‘Le trame della famiglia’ Cortina Milano 1998
Cooper D. ’La morte della Famiglia ‘Einaudi Torino 1971
Ferreira A. ‘Miti familiari’ Astrolabio Roma 1978
Olson D.H.’ Il modello circonflesso dei sistemi coniugali e familiari ‘ Angeli Milano 1995
Satir.V ‘Psicodinamica e psicoterapia del nucleo familiare’ Armando Roma 1973
Walsh F. ‘Ciclo vitale e dinamiche familiari’ Angeli Milano1993