EXAGERE RIVISTA - Luglio - Agosto - Settembre 2024, n. 7-8-9 anno IX - ISSN 2531-7334

Quando la famiglia incontra la scuola

di Sandra Matteoli-

Nell’ambito delle riflessioni sul tema “famiglie” non possiamo trascurare i rapporti che queste hanno con la scuola, in senso lato, e, in particolare,  con gli insegnanti dei propri figli. L’ argomento è complesso e delicato al tempo stesso, come testimoniano le ricerche e i numerosi contributi pubblicati negli ultimi anni che analizzano l’evoluzione del rapporto scuola-famiglia alla luce delle più recenti trasformazioni socio-culturali ed economiche .

Per molte persone questo rapporto costituisce senza dubbio un problema più o meno importante in maniera direttamente proporzionale al  livello di coinvolgimento personale . Di fronte a un problema da affrontare “Jung ricordava che… più che ricevere consigli o indicazioni di comportamento, può essere utile incominciare a considerare qual é il vertice da cui, consapevolmente o meno, ci poniamo nel considerarlo e a domandarsi se non ci siano punti di vista alternativi.” (Blandino, 2008)

Possiamo, pertanto, iniziare a esaminare la questione provando a individuare, di volta in volta, il punto di vista da cui ci poniamo per affrontarlo, consapevoli del fatto che, in ciascuno di noi, punti di vista diversi possono coesistere e influenzarsi reciprocamente in relazione alle esperienze che hanno caratterizzato il nostro percorso di vita.

Dal punto di vista istituzionale, seppur scontato, è doveroso ricordare che la nostra Costituzione sancisce il diritto-dovere dei genitori di “…mantenere, istruire ed educare i figli…” (art.30) e assegna allo stato il compito di “…istituire scuole statali per tutti gli ordini e i gradi…” (art.33). Appare evidente come entrambe le istituzioni, sia la scuola che la famiglia, condividano responsabilità comuni con ruoli diversi ma interdipendenti. Il bisogno di costruire una reale collaborazione viene ribadito all’interno di vari documenti internazionali ( basti pensare alla Giornata Europea dei genitori e delle scuole, promossa dalla Commissione Europea a partire dal 2002 ) e nazionali ( per ricordare i momenti più significativi possiamo tornare agli anni settanta quando i Decreti Delegati hanno introdotto la partecipazione attiva delle famiglie alla vita della scuola. In epoca più recente  Il Patto di corresponsabiltà educativa , previsto dal DPR n.235 del 2007 costituisce uno strumento, sicuramente non perfetto, ma utile per sollecitare il confronto e la condivisione).

Sul piano pedagogico molti studi “…evidenziano come la creazione di un clima di collaborazione e la costruzione di legami forti e stabili fra studenti, insegnanti e genitori, siano fondamentali per il miglioramento non solo del rendimento scolastico (Henderson, 1987; Epstein, 1991, pp. 261-76), ma anche del benessere generale degli studenti (Boal,2004, pp. 26-28)” (Parente 2014). Ne consegue che relazioni positive fra insegnanti e genitori agiscono anche come fattore di protezione per i figli/scolari, prevenendo il disagio e la dispersione scolastica con significative ricadute anche sul piano sociale. Il mancato successo scolastico, infatti, può creare difficoltà nel processo di crescita, aumento dei comportamenti a rischio, perdita di risorse umane preziose per il progresso sociale che interessa la collettività.

Che cosa sta accadendo nella realtà che ci circonda? Con il passare degli anni la relazione con i genitori è diventata sempre più difficile e problematica per gli insegnanti che, indipendentemente dall’ordine di scuola a cui appartengono, evidenziano difficoltà a comunicare con padri e madri dai quali non si sentono rispettati e ascoltati, non ricevono un adeguato supporto educativo e non si aspettano collaborazione. L’incomprensione, la delega, il mancato rispetto dei ruoli e il conflitto, più o meno aperto, sembrano sostituire la tanto desiderata “alleanza educativa”.  Le ragioni di questa situazione, confermata purtroppo anche da eclatanti fatti di cronaca, vanno ricercate nei cambiamenti avvenuti a livello sociale e culturale che rendono meno definiti i ruoli educativi e i valori di riferimento. Le famiglie, in costante trasformazione, non si relazionano più con la scuola come avveniva in passato. Molti insegnanti sono impreparati ad affrontare questo cambiamento ,  a comunicare con i “nuovi” genitori. Disorientamento, timore e mancanza di procedure condivise hanno determinato un peggioramento della situazione e posto le premesse per una degenerazione delle relazioni, soprattutto di fronte all’insuccesso scolastico.

Sulla base di queste premesse è inevitabile porre l’attenzione sulla necessità di lavorare per costruire un’alleanza educativa che – riconoscendo alla scuola e alla famiglia i reciproci ruoli, diritti e doveri – permetta loro di cooperare per il raggiungimento di un comune obiettivo educativo.

Il primo passo spetta alla scuola come afferma chiaramente il documento con cui è stato dato avvio all’elaborazione delle Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, presentato il 3/04/07. Ne riportiamo il punto più significativo:  “La scuola perseguirà costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo nei momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative.”

Perché queste indicazioni possano essere realizzate non è sufficiente la firma del Patto di corresponsabilità. La scuola deve investire energie e tempo per prendersi cura della relazione con le famiglie non viste come clienti ma come partner educativi insostituibili. Questo può avvenire solo progettando attività che perseguano obiettivi minimi e molto pratici (ad esempio: informare i genitori, supportarli nella gestione quotidiana degli impegni scolastici, coinvolgerli nella preparazione delle attività per i loro figli, organizzare incontri formativi e informativi) e formando gli  insegnanti sul piano comunicativo e relazionale.

In sostanza è sulla quotidianità che si gioca la partita. Visti i tempi che stiamo vivendo è una sfida da cogliere e da affrontare con impegno.

 

 

 

Note bibliografiche

Blandino (2008) Quando insegnare non è più un piacere, Raffaello Cortina Milano

Longobardi, R. Quaglia (2011), Il colloquio didattico, Erickson, Trento.

S.Matteoli, M.Parente (a cura di) (2014) IL PATTO EDUCATIVO FrancoAngeli, Milano

Marciano (2003), Pensare e costruire la relazione bambino insegnante, Franco Angeli, Milano.

M.R. Salvi (2011), L’alleanza tra scuola e famiglia, in «La vita scolastica» n. 1, settembre.

 

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