EXAGERE RIVISTA - Gennaio-Febbraio 2024, n. 1-2 anno IX - ISSN 2531-7334

Metamorfosi contro l’alienazione del sé!

di Pascal Neveu

ITA/FRA testo originali in fondo

 

La metamorfosi è descritta principalmente in biologia per descrivere l’intero processo attraverso il quale un animale si sviluppa dalla nascita alla maturità, attraverso cambiamenti strutturali e fisiologici, del corpo e dello stile di vita. Corrisponde anche al mutamento di un essere in un altro, fino alla trasformazione totale, al punto che l’individuo non è più riconoscibile. La metamorfosi può essere una dinamica positiva di autorivelazione. Come e per diventare chi?

Trasformarsi è formarsi oltre, dare un’altra forma rispetto alla precedente, nel bene e nel male.

Non solo in zoologia è necessario passare da uno stato “larvale” a uno maturo.

Inoltre, gli dei o le dee metamorfosano e metamorfosano gli esseri mortali in tutte le possibili forme.

Ovidio in una raccolta chiamata Le metamorfosi descrive la vita degli dei greci e le loro trasformazioni attraverso la mitologia. Ad esempio, la ninfa Dafne che vuole essere libera e si proclama libera dagli uomini. Dafne fu trasformata in alloro dal padre Peneo per sfuggire agli ardori di Apollo. La ninfa, perdendo il suo carattere umano, non accetta di vivere ciò che desidera incarnare: la libertà. Compie la scelta della trasformazione in luogo della sua realizzazione personale.

Da parte sua, l’arte stessa è stata ispirata e ha fatto proprio il concetto di metamorfosi.

La famosa pagina della mitologia greca che evoca Dafne e Apollo è rappresentata, tra l’altro, da un dipinto di Tiepolo al Museo del Louvre e da una scultura del Bernini a Palazzo Borghese di Roma.

Questi miti senza tempo hanno ancora un significato nel nostro mondo contemporaneo?

Un cambiamento, una trasformazione sono vissuti sempre in modo positivo?

Citiamo il caso della metamorfosi di Narciso rappresentata da Dalì.

Dopo il suo incontro con la ninfa Eco, Narciso, un cacciatore di grande bellezza che non è riuscito a sedurla, si disseta in limpide acque. Mentre si ammira nell’acqua si innamora del suo riflesso ” rapito nel porsi a bere dall’immagine che vede riflessa, s’innamora d’una chimera: corpo crede ciò che solo è ombra. Attonito fissa sé stesso e senza riuscire a staccarne gli occhi rimane impietrito come una statua scolpita in marmo di Paro”, scrive Ovidio

Incapace di separarsi dal suo corpo, comincia a piangere. Le sue lacrime disturbano l’immagine, che scompare. Poi colpisce con disperazione e, una volta che l’acqua è di nuovo calma, contempla il suo riflesso distrutto. Si lascia morire, con un lamento che Eco ripete instancabilmente, fino a un ultimo addio a cui risponde anche la ninfa. Al momento di seppellirlo, si troverà al suo posto solo un fiore giallo, coronato di foglie bianche al centro del suo gambo.

Secoli dopo, Kafka ci mostrerà una mutazione repentina.

Racconta la storia del giovane Gregor Samsa che sopporta una vita dolorosa e stressante. Una mattina si sveglia e si rende conto, con orrore, di essersi trasformato in un sudicio insetto. Infatti, Gregor, che non si adattava più alla norma, pensava di liberarsi da una vita insoddisfacente. Muore, con grande sollievo della sua famiglia inorridita, il giorno in cui finisce per adattarsi a questo cambiamento.

Il romanzo è un’allegoria delle difficoltà dell’autoaffermazione, del cambiamento, come cercheremo di vedere.

L’incubo in questa storia è altrove: ciò che suscita il terrore del personaggio principale e del lettore non è tanto questa misteriosa trasformazione, quanto il modo in cui la famiglia di Gregor reagisce ad essa e che, infine, rifiuta lasciandolo morire di solitudine e di dolore.

Kafka scrive questo libro in un contesto storico, criticando il dramma dell’alienazione economica, sociale e morale.

L’uomo nuovo è tutt’altro che emancipato: l’uomo dell’Avere ha dimenticato l’Essere!

Il suo messaggio è lì.

In effetti, le prime righe della storia della metamorfosi possono sorprendere. Eppure l’elemento che sconvolge non è quello che si pensa. In definitiva, la trasformazione di Gregor Samsa in un insetto non è così soprannaturale per il lettore. Comprendiamo rapidamente il suo significato allegorico. La sua metamorfosi appare rapidamente come una rivolta individuale contro una certa società, il rifiuto di condurre un’esistenza priva di significato.

Una nuova vita per Gregor Samsa: trasformato in un insetto, mantiene, però, la sua coscienza umana. Il personaggio principale sembra abituarsi e questo stato, non lo infastidisce più di quanto si possa immaginare. Tuttavia, questa trasformazione alimenta gradualmente i sospetti di coloro che lo circondano. In effetti, la metamorfosi di Gregor Samsa rivela un ambiente fatto di essere insaziabili, che negheranno l’umanità del loro stesso figlio. Dal fondo del suo letto, Gregor pensa ai vari treni che ha appena perso, al suo datore di lavoro che deve già essere consapevole della sua assenza.

Divenuto un insetto, si sforza di controllare il suo corpo, deve manovrare dolorosamente per scendere dal suo letto.

L’uomo pensa ma è il corpo dell’insetto che agisce!

Il gesto diventa doloroso. La sua famiglia bussa alla sua stanza, chiusa a chiave. I suoi genitori e sua sorella, preoccupati, si alternano alla porta della sua stanza per chiedere notizie. In una voce che sembra sempre meno simile a un essere umano, Gregor cerca di rassicurarli, ma gli altri gli sono contro.

Per Gregor, questo mondo pacifico, esteriore, non aveva più un valore.

La metamorfosi spaventa la sua famiglia. Gregor cerca, come meglio può, di spiegarsi. Invano la porta che li separa si trasforma in un confine insormontabile tra un insetto che ha mantenuto la sua umanità e un entourage alienato.

L’universo in cui si risveglia Gregor è disumanizzato e disumanizzante.

Rinnegato come essere umano, morirà scarafaggio.

Ora, questa famiglia di insetti camuffati da umani può continuare la sua esistenza liberamente …

Quando un sistema è incapace di gestire i suoi problemi vitali, si degrada, si disintegra ovvero diventa in grado di creare un meta-sistema per di gestire questi problemi: si trasforma.

Cos’è una metamorfosi? Ci sono innumerevoli esempi nel regno animale.

L’idea della metamorfosi, più ricca dell’idea di “rivoluzione”, è legata a quella della conservazione.

La metamorfosi è cambiare binario? È cambiare vita?

La metamorfosi è una dinamica di sviluppo che richiede di passare dalla fase del bozzolo … ognuno deve ritornare sulle sue esigenze interne, il grande ritorno alla vita interiore e al primato della comprensione degli altri, dell’amore e dell’amicizia.

La metamorfosi sarebbe, è vero, una nuova origine, ma soprattutto una realizzazione del sé.

Ci si arriva attraverso forme di solitudine, di riscoperta di veri nemici … e di alienazione.

Gregor è morto nei bidoni della spazzatura della storia.

Sta a noi  costruire la nostra storia e il nostro futuro …

Di umani o di insetti?

 

(trad. G. Brevetto)

 

 

La métamorphose afin de combattre l’aliénation de soi !

 

La métamorphose est principalement décrite en biologie afin de décrire l’ensemble des processus par lequel un animal se developpe depuis sa naissance jusqu’à sa maturité, en passant par des changements structurels et physiologiques, de corps comme du mode de vie. Elle correspond également au changemen d’un être en un autre, voire une transormation totale au point que l’individu n’est plus reconnaissable. La métamorphose se peut être une dynamique positive de révélation de soi. Comment et pour devenir qui ?

Se transformer, c’est se former au-delà, donner une autre forme que la précédente, en bien ou en mal.

Il n’y a pas qu’en zoologie qu’il s’agit de passer d’un état « larvaire » à un état mature.

D’ailleurs les dieux ou déesses se métamorphosent et métamorphosent les êtres mortels sous toutes les formes possibles.

Ovide dans un recueil qui s’appelle justement Les Métamorphoses nous rapporte des pages de la Mythologie.   Il nous décrit la vie des dieux grecs et leurs transformations à travers la Mythologie. Par exemple, la muse Daphné qui se veut et se réclame libre des hommes. Elle fut transformée en laurier par son père Pénée afin d’échapper aux ardeurs d’Apollon. Daphné, en perdant son caractère humain, n’accepte pas de vivre ce qu’elle souhaite pourtant incarner : la liberté… Elle fait le choix de la transformation plutôt que ce qui devrait être son accomplissement personnel.

De son côté, l’art lui-même s’est inspiré et emparé des transformations.

La page célèbre de la mythologie grecque évoquant Daphné et Appolon est représentée entre autres par un tableau de Tiepolo au Musée du Louvre et par une sculpture du Bernin au Palais Borghèse, à Rome.

Ces mythes atemporels ont-ils encore sens dans notre monde contemporain?

Un changement, une transformation sont-ils toujours vécus de manière positive ?

Evoquons le cas de la Métamorphose de Narcisse représentée par Dali.

Suite à sa rencontre avec la nymphe Écho, Narcisse, chasseur d’une grande beauté, qui n’est pas parvenu à la séduire, se désaltère à une eau limpide. Pendant qu’il s’admire dans l’eau il tombe amoureux de son reflet « épris de son image qu’il aperçoit dans l’onde, il prête un corps à l’ombre vaine qui le captive : en extase devant lui-même, il demeure, le visage immobile comme une statue de marbre de Paros. » écrit Ovide.

Incapable de se séparer de son corps, il se met à pleurer. Ses larmes troublent l’image, qui disparaît. Il se frappe alors de désespoir et, une fois l’eau redevenue calme, il contemple son reflet détruit. Il se laisse alors mourir, se lamentant d’un « hélas » qu’Écho répète inlassablement, jusqu’à un dernier « adieu » à laquelle la nymphe répond également. Au moment de l’enterrer, « on ne trouve à sa place qu’une fleur jaune, couronnée de feuilles blanches au centre de sa tige.

Des siècles plus tard, Kafka va nous faire précisément la démonstration d’une mutation subie.

Il relate l’histoire du jeune Gregor Samsa qui endure une vie pénible, stressante. Un beau matin il se réveille et constate avec effroi qu’il s’est transformé en un insecte immonde. En effet, Gregor qui ne s’inscrit plus dans la norme, pensait se libérer d’une vie insatisfaisante. Il en meurt, au grand soulagement de sa famille horrifiée, le jour où il finit par assumer cette mutation.

Ce roman est une allégorie aux difficultés de l’affirmation de soi, à la problématique du changement, comme nous allons tenter de le voir.

Car le cauchemar dans cette histoire est ailleurs : ce qui suscite l’effroi, du personnage principal comme du lecteur, ce n’est pas tant cette mystérieuse transformation, que la façon dont la famille de Gregor y réagit qui pour finir le rejettent, et le laissent mourir de solitude et de chagrin…

Kafka écrit cet ouvrage dans un contexte historique, critiquant le drame de l’aliénation économique, sociale et morale.

L’Homme nouveau est tout sauf émancipé : l’Homme de l’Avoir a oublié d’Être !

Son message est là.

En effet, les premières lignes du récit de la Métamorphose peuvent surprendre. Pourtant, l’élément déroutant n’est pas celui qu’on croit. La transformation de Gregor Samsa en insecte n’est finalement pas si surnaturelle que ça pour le lecteur. On comprend rapidement son sens allégorique. Sa métamorphose apparaît vite comme une révolte individuelle contre une certaine société, le refus de mener une existence dépourvue de sens.

Commence alors une vie nouvelle pour Gregor Samsa : transformé en insecte, il a conservé sa conscience humaine. Le personnage principal semble d’ailleurs s’y habituer et cet état ne le dérange pas tant qu’on pourrait l’imaginer. Pourtant, cette transformation attise peu à peu les soupçons de son entourage. En effet, la métamorphose de Gregor Samsa révèle des êtres insatiables, qui iront jusqu’à nier l’humanité de leur propre fils. Au fond de son lit, Gregor pense aux différents trains qu’il vient de rater, à son employeur qui doit déjà être au courant de son absence.

Devenu insecte, il peine à maîtriser son corps et doit manœuvrer douloureusement pour descendre de son lit.

L’homme pense mais c’est le corps d’insecte qui agit !

Le geste devient pénible. Sa famille toque à sa chambre, fermée à clé. Ses parents et sa sœur, inquiets, se succèdent devant la porte de sa chambre pour demander de ses nouvelles. D’une voix qui ressemble de moins en moins à celle d’un humain, Gregor tente de les rassurer, mais il vit les autres contre soi.

Pour Gregor, ce monde si paisible de l’extérieur ne tenait sur rien.

Sa métamorphose est un effroi pour sa famille. Gregor tente, tant bien que mal, de s’expliquer. En vain. La porte qui les sépare se transforme dès lors en frontière infranchissable entre un insecte qui a gardé son humanité et un entourage aliéné.

L’univers dans lequel vit maintenant Gregor est déshumanisé et déshumanisant.

Renié en tant qu’être humain, il va à présent disparaître en tant que scarabée.

Car cette famille d’insectes déguisés en humains peut à présent continuer son existence librement…

Quand un système est incapable de traiter ses problèmes vitaux, il se dégrade, se désintègre ou alors il est capable de susciter un meta-système à même de traiter ses problèmes : il se métamorphose.

Qu’est-ce qu’une métamorphose ? Nous en voyons d’innombrables exemples dans le règne animal.

L’idée de métamorphose, plus riche que l’idée de « révolution », est liée à celle de la conservation.

Pour aller vers la métamorphose, comment changer de voie ? De vie ?

La métamorphose est une dynamique de développement et passe par l’envelop-pement… le retour de chacun sur ses besoins intérieurs, le grand retour à la vie intérieure et au primat de la compréhension d’autrui, de l’amour et de l’amitié.

La métamorphose serait effectivement une nouvelle origine, mais avant tout une réalisation de soi.

Elle peut passer par une forme de solitude, de détection de ses vrais ennemis… et de notre propre aliénation.

Gregor est mort dans les poubelles de l’histoire.

A nous de construire notre histoire et notre advenir… d’humain ou d’insecte ?

 

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