di Gianfranco Brevetto
Napoli c’è, vi è le panoplia quasi completa dei suoi luoghi, di quelli conosciuti e non, ad iniziare proprio dai quartieri spagnoli. Heddi è la studentessa americana che si immerge nel cuore di Napoli e che , anche grazie ai suoi studi, riesce a coglierne le sfumature che ad altri sarebbero passate inosservate. Un romanzo di esordio e di formazione che ci restituisce ambienti, parole, pensieri, sentimenti, di un gruppo di studenti alle prese con speranze, miste a delusioni e consapevolezze crescenti, proprie degli anni universitari.
Chi a Napoli ha vissuto sa bene che, come in altre città dalla tradizione universitaria, gli studenti fuori sede costituiscono una vera e propria città nella città, una cricca di non napoletani estranei tra loro, in cui il concetto di casa, o del paese natale, si amplifica e si idealizza in un andirivieni che segue il ritmo delle lezioni, degli esami, delle feste comandate. Una babele linguistica e culturale che arricchisce ancor più il già variegato aspetto sincretico della città. Per inciso, ricordiamo come, negli anni ’70, Napoli fu uno spazio di approdo anche per quegli studenti che sfuggivano al regime greco dei colonnelli.
Heddi, dalla vivace intelligenza tipica di parte della vasta provincia americana, capisce che la vera lezione universitaria è proprio quella che proviene dalla città. Si pone in ascolto, utilizza le abilità linguistiche apprese nelle aule per interpretare e dare un senso a ciò che la circonda.
Negli innumerevoli tentativi di épuisement della città, la protagonista si pone sul piano antropologico e evita di ripercorrere le ormai datate visioni di stampo folkloristico e da cartolina. Heddi prende Napoli sul serio, senza ridurla a parodia (vizio spesso praticato dai suoi stessi abitanti).
La studentessa Heddi vive, nel quartiere simbolo di Napoli, i quartiere spagnoli, una storia di amore con Pietro, il suo affascinate coetaneo, proveniente anche lui da fuori, dalla profonda provincia campana.
Il racconto si articola su due livelli. Il primo quello dello scambio di mail, in un presente apparentemente lontano da quello del mythos dell’incontro nei quartieri, tra un Pietro e Heddi oramai maturi e distanti. Il secondo, che costituisce la parte narrativa vera e propria, narra, in analessi, del periodo universitario. La Eddi passata e la Heddi presente differiscono per una H: distanti, forse diverse, ma foneticamente uguali.
Napoli, nella vita di di Heddi e degli altri resta però in lontananza, costituisce, più che uno sfondo, un basso continuo che tiene in tensione la narrazione. È la Napoli del settimo piano dei palazzoni dei quartieri spagnoli messi a dura prova dal tempo e dalle calamità naturali, è la Napoli della precarietà abitativa e della precarietà umana che riacquista le sue coordinate grazie ai sentimenti e alla cultura. La Goodrich utilizza, nei flashback, altri strumenti per la creazione di un mythos originario, come il viaggio iniziale nell’Ade delle anime purganti degli ossari cittadini o la presenza del vulcano, che ricorda quella incombente sugli amanti di Stromboli di rosselliniana memoria. Ma sono i quartieri stessi a costituire un mito in sé, quello del labirinto, dove è facile perdersi se non se ne conosce l’oscura logica. In questo senso, il richiamo alle caratteristiche urbane dei quartieri è chiaramente utilizzato per esorcizzare la paura di sentirsi inghiottiti e cancellati nel ventre della città.
Ma Heddi e Pietro conoscono quali sono le insidie di questa città insolita, sanno dominare la vertigine e la paura dell’abisso, le prospettive ingannevoli della verticalità di una luogo che si esprime per opposti: buio-luce, alto-basso, vuoto-pieno, sporco-pulito, vita-morte, legale-abusivo. Napoli, allora, da matrigna diventa maestra, insegna a vivere nello sforzo di una continua mediazione tra condizioni apparentemente estreme.
Cosa che non riesce, evidentemente, alla coinquilina Madeleine, la francese che vive in un contrastato rifiuto-malessere degli ambienti, degli altri e forse anche di se stessa.
Tra le tante definizioni che Heddi Goodrich ci pronone di Napoli, in questo singolare romanzo , ne riprendiamo una: Napoli non era mai una scelta. Era un regalo che ti veniva imposto con le spalle al muro, una questione di nascita o di destino.
Heddi sa bene che il regalo che ti fa questa città, la cultura e l’amore che è risuscita a trovarvi, non sono un regalo imposto. O almeno lo sono solo apparentemente. Napoli ti regala tante opportunità e ti chiede solo di non essere rinnegata di diventare memoria, magari di un grande amore. Ed è questa una della sfide raccolte dalla giovane Heddi.
Heddi Goodrich
Perduti Nei Quartieri Spagnoli
Giunti, 2019