EXAGERE RIVISTA - Gennaio-Febbraio 2024, n. 1-2 anno IX - ISSN 2531-7334

Trasformarsi in presidi culturali, passato e futuro della Marietti1820. Intervista a Roberto Alessandrini

di Luigi Serrapica

La casa Editrice Marietti compie 200 anni. Un compleanno di tutto rispetto al quale la nostra rivista ha deciso di riservare uno spazio Cosa rara e suggestiva nel panorama editoriale italiano, una storia lunga e per certi versi piena di cambiamenti e travagli. Roberto Alessandrini è, oggi, il direttore editoriale della Marietti 1820. Dottor Alessandrini, qual è la costante, il filo conduttore, che ha tenuto insieme questa esperienza fino ad oggi?

– La continuità familiare e una produzione prevalentemente incentrata su libri religiosi e testi scolastici hanno caratterizzato i primi 160 anni di storia  della casa editrice. Gli altri 40 hanno invece registrato una maggiore varietà di assetti proprietari e una decisa apertura ad ambiti diversi: la filosofia, la letteratura, le scienze sociali, la cultura ebraica e quella islamica.

– Da un paio d’anni la Marietti è entrata a pieno titolo a far parte del Centro editoriale Dehoniano, rafforzando un’area dell’editoria cattolica e religiosa. Qual è il presente e il futuro di questo importante ambito culturale nel panorama italiano?

– Nel dicembre 2017 Michele De Lillo, amministratore delegato del Centro Editoriale Dehoniano, ha acquistato dall’imprenditore Flavio Repetto il catalogo e il marchio di Marietti 1820. E’ stata un’operazione lungimirante e coraggiosa in un contesto generale poco favorevole all’editoria. Pochi mesi dopo, il Consiglio di amministrazione ha approvato il piano editoriale, che ha ridefinito, anche sulla base del catalogo più recente, le priorità della casa editrice e differenziato in modo esplicito la produzione dei due marchi di proprietà dei padri Dehoniani: oggi EDB si occupa, in particolare, di saggistica biblica e teologica, mentre Marietti 1820 si concentra su filosofia, letteratura, scienze umane e sociali. In altri termini, pur essendo di proprietà di una congregazione religiosa, Marietti 1820 ha il compito di differenziare la produzione cercando i propri lettori anche in un ambito diverso da quello della libreria cattolica.

– Un ricordo personale. Da ragazzo mi recavo spesso nella libreria delle Edizione Dehoniane della mia città natale, quando ero alla ricerca di testi anche critici e più “laici”, se pur di ambito religioso. Il catalogo della Marietti sembra confermare questa visione. È solo una mia sensazione?

– E’ più di una sensazione. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, Marietti si è aperta a nuovi ambiti disciplinari e ha accolto una grande varietà di voci originali e critiche. L’attuale produzione della casa editrice conferma questo orientamento e intende rafforzarlo.

– E, più nello specifico, con piacere ho notato che la Marietti si sta specializzando in ambito filosofico e in quello delle scienze sociali con un catalogo che comprende autori di prim’ordine, due per tutti Arendt e Derrida.  Un lavoro di recupero e divulgazione di temi essenziali. Quali sono le scelte a monte e quale il pubblico di riferimento?

– I primi titoli del nuovo “corso bolognese” di Marietti sono arrivati in libreria nell’ottobre 2018. Da allora abbiamo proposto testi inediti di Giuseppe Pontiggia, a cura di una grande studiosa come Daniela Marcheschi, i libretti di sala di  Paolo Poli, raccolti con delicatezza e competenza da Maria Pia Frigerio, due conferenze di  Alexandre Koyré, una conversazione di Roland Barthes con Paolo Fabbri e tre racconti mai pubblicati delle Mille e una notte, ritrovati nella Biblioteca dell’Università di Strasburgo. In campo filosofico abbiamo inoltre valorizzato testi di Hannah Arendt, Martin Buber, Emmanuel Lévinas, Hans-Georg Gadamer e Jacques Derrida. Penso dunque che lei abbia ragione: si tratta di un lavoro di recupero e divulgazione di temi essenziali. Di conseguenza, ci rivolgiamo a lettori che desiderano approfondire e tenere in esercizio il senso critico.

– È notizia di questi giorni la chiusura di importanti librerie, legate ad editori storici. E’ da segnalare, però, che il mercato del libro elettronico stenta a decollare, il libro come oggetto fisico, stampato, tende a cercare percorsi di distribuzione e di prossimità che per il momento sembrano premiare il mercato online. E, tra i titoli più venduti, continuano a prevalere i classici e i prodotti di qualità.  Quali sono per il prossimo futuro le strategie, soprattutto in campo culturale, della Marietti?

– Se con un click possiamo ricevere un libro in 24 ore e con lo sconto del 15 per cento, le librerie non possono più essere considerate solo negozi che vendono libri, ma devono trasformarsi in “presidi culturali” capaci di fare la differenza, in termini di proposta, di socialità e di aggregazione per i territori. Purtroppo molte librerie chiudono in Italia, ma anche in Spagna e in Germania e la distribuzione è il segmento che negli ultimi anni ha subito le maggiori trasformazioni. Marietti 1820 intende continuare ad organizzare incontri nelle librerie e al tempo stesso rafforzare il sito internet e  proporre edizioni digitali dei volumi che pubblica.

– Ci faccia qualche esempio

– Nei prossimi mesi, per esempio, completeremo la pubblicazione, anche in ebook, delle opere del sociologo Franco Ferrarotti, intellettuale poliedrico, primo professore italiano di Sociologia, diplomatico e deputato indipendente al Parlamento italiano dal 1958 al 1963. In sei volumi di oltre cinquemila pagine complessive si concentrano i fondamenti teorici della sociologia, le indagini sulle periferie, la mafia e il terrorismo, i racconti di viaggio negli Stati Uniti e in Amazzonia e il ricordo degli amici e maestri Pavese, Abbagnano, Balbo e Olivetti. Tra le grandi opere uscirà in autunno la Bibbia di Doré, un’imponente narrazione della storia sacra attraverso 241 immagini che hanno influenzato l’immaginario occidentale e il cinema di Hollywood. Sempre in autunno è atteso il nuovo romanzo di Roberto Piumini, intitolato La barba del Manzoni, e un’edizione di Sindbad il marinaio che propone  una traduzione inedita dall’arabo realizzata da François Pétis de La Croix nel 1701, ritrovata alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera. La scoperta è sorprendente perché si tratta di una traduzione che precede quella di Antoine Galland, finora considerato il primo traduttore delle novelle orientali. Dalla Biblioteca Nazionale di Russia di San Pietroburgo riaffiora invece La favola delle api di Émilie du Châtelet, compagna e amante di Voltaire, considerata la donna dell’illuminismo per eccellenza. Di questo testo, a cura di Elena Muceni, pubblicheremo la prima edizione integrale assoluta  con il testo originale a fronte.

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