EXAGERE RIVISTA - Marzo-Aprile 2025, n. 3-4 anno X - ISSN 2531-7334

Una cronica transitorietà

di Claudio Fratesi

“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò’ che noi facciamo mentre sta passando”

 (A. Einstein)

Ilenia è una ragazza di 35 anni che chiede una psicoterapia perché soffre di ansia generalizzata da molti anni un disturbo definito dal suo medico Ansia cronica.

Da molti anni si sente fragile, insicura e con poche speranze di riuscire a star meglio.

Ilenia è convinta di vivere una vita simile a quella delle sue amiche e pertanto si è anche  convinta che l’ansietà di cui soffre sia un problema originato dalla sua indole debole senza nessi con la vita concreta tutti i giorni.

L’ansia cronica, sosteneva Bowen, è una condizione di equilibrio psicologico precario che si presenta spesso in quelle persone che hanno raggiunto un grado insufficiente di autonomia psicologica.

Si tratta di persone che vivono la vita degli adulti con gli strumenti e le risorse psicologiche caratteristiche della fase adolescenziale.

Gli adolescenti come è noto vivono in un doppio binario di appartenenza, da una parte sentono la  dipendenza dalla famiglia di origine che è ancora molto forte e dall’altra sentono la spinta verso nuove appartenenze estranee alla propria famiglia di origine.

È noto che costruire appartenenze ‘lontane’ dalla famiglia di origine rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo della personalità , significa addentrarsi attraverso sentieri nuovi, verso mete individualizzate che segnano il passaggio da una mentalità infantile a favore di una mentalità sempre più adulta.

Ilenia non riconosce storture nella vita che conduce, riferisce di convivere da alcuni anni con Sandro, lavora come commessa in un negozio e frequenta saltuariamente le amiche dei tempi del liceo.

Quindi all’apparenza va tutto bene e il manifestarsi dell’ansia sembra inevitabilmente la conseguenza di una natura fragile e insicura.

Ma nel corso del colloquio emergono altri dati molto importanti , per prima cosa la convivenza con Sandro non poggia su bassi solide, il deficit non riguarda il sentimento e lo stare insieme nel presente, ma riguarda la mancanza di uno sguardo verso il futuro.

Ilenia non riesce a fare il minimo progetto futuro con Sandro, la relazione appare bloccata in un presente transitorio che dura da anni e che non accenna a sciogliersi. Nessuna idea riguardo ad eventuali figli, la coppia vive in un presente che replica se stesso, giorno dopo giorno, senza elementi di cambiamento.

Convivono da due anni ma tutte le sere si separano perché entrambi ritornano a cenare nella propria famiglia di origine

Molto probabilmente anche Sandro avrà situazioni familiari e relazionali che lo rendono statico e non lo aiutano a decollare appieno nella progettazione della sua vita.

Ilenia anche sul versante lavorativo presenta una situazione di cronica transitorietà, lavora nella profumeria della madre e si è trovata a fare questo lavoro, come dice lei stessa, per caso più di dieci anni fa.

Pertanto anche nell’ambito lavorativo Ilenia non ha una progettualità, non presenta alcuna iniziativa, come se vivesse un tempo eterno.

È nel corso del colloquio che si rende conto di non avere progetti di vita e di come la sua quotidianità sia sostanzialmente la stessa da più di dieci anni.

A questo punto il quadro clinico rispetto all’ansia cronica appare molto più chiaro, Ilenia vive in un tempo fermo, anche se  gli anni passano, niente di sostanziale  cambia nella sua vita e questa dimensione di transitorietà è diventata cronica come l’ansia di cui soffre.

Nel corso del secondo colloquio ‘entro’ nella sua storia per capire cosa abbia originato e quale senso abbia questo tempo frenato, certo che non può essere un problema personale o insito nella natura della persona ma che si tratti di una dimensione relazionale che coinvolge tutto il sistema famiglia.

Perché questo sistema non evolve?  A cosa ‘serve’ questo tempo fermo? Mi chiedo quale equilibrio relazionale necessiti di una stasi che blocca la crescita individuale.

Ilenia racconta che circa una quindicina di anni fa sua madre mise in grande crisi il rapporto con il marito, sembra che si fosse innamorata di un altro uomo, una situazione mai definita con chiarezza, ma la crisi tra i genitori esplose in maniera forte.

Ilenia e sua sorella, di cinque anni minore, furono travolte dagli eventi familiari, assistettero a grandi litigate, urla e minacce che i genitori si scagliavano contro senza trovare una soluzione.

Ilenia all’epoca era poco più che diciottenne e  venne coinvolta da entrambi i genitori che lottavano per avere il suo l’appoggio.

Dopo alcuni mesi di guerra familiare la mamma di Ilenia andò a vivere in un’altra casa e le figlie restarono con il padre.

Ma dopo poco tempo la mamma cadde in una depressione abbastanza grave e ritornò parzialmente nella casa di famiglia.

E da allora, da circa 15 anni tutte le sere la madre di Ylenia torna nella casa di famiglia, prepara la cena per il marito e per le figlie ,cenano tutti insieme, riordina la cucina e poi va nella casa che ha comprato all’epoca della crisi.

Senza alcun chiarimento ,senza una separazione legale, senza domande e tutto celato nel non detto.

Anche Ilenia, seppur lavorando con la mamma non ha voluto e non vuole sapere nulla da lei circa l’eventuale frequentazione di un altro uomo ed è convinta che il silenzio possa perpetuare questa pace o tregua tra i genitori.

Oramai il quadro clinico è sempre più chiaro, è palese l’utilità del tempo Fermo, l’utilità di mantenere un equilibrio precario, transitorio che eviti discussioni e litigate.

Emergono nel corso dei colloqui altri elementi molto interessanti, la depressione della mamma di Ilenia al tempo della ‘separazione’ era una recidiva di una depressione molto più grave che l’aveva colpita quando erano morti i suoi genitori.

Ilenia era adolescente e ricorda che la mamma fu ricoverata in un reparto psichiatrico, ne seguì un lungo periodo di grande tristezza e sofferenza per tutti in casa.

Ilenia e sua sorella impararono a non contraddire la madre, a non metterla in difficoltà, a non fare domande scomode, a proteggere lei rinunciando di proteggere loro stesse.

Si tratta di comportamenti compensatori molto frequenti nelle famiglie con un soggetto psicotico.

Quando la mamma di Ilenia ebbe il crollo psichico che rese necessario il ricovero ospedaliero ci fu un fenomeno inquietante mai del tutto chiarito , in sostanza comparvero sul corpo della madre varie cicatrici che scomparivano nel giro di un paio di giorni.

Ilenia mi racconta di aver visto più volte con i propri occhi il manifestarsi di queste cicatrici, sulle braccia e sul collo di sua madre.

Le cure farmacologiche non sortirono effetti positivi su questo fenomeno e la mamma disperata si sentì costretta a consultare un esorcista che con un rito risolse il problema.

Non voglio addentrarmi in analisi religiose che non mi competono, ma è noto nella letteratura scientifica che le manifestazioni psicosomatiche possono essere in certi casi sbalorditive e che l’incontro con un personaggio, investito di un enorme valore simbolico potrebbe aver prodotto una perturbazione emotiva capace di interrompere il circuito psicosomatico.

Ritengo che la prima depressione della madre di Ilenia sia stata la manifestazione di un crollo psicotico che non si è risolto, probabilmente il silenzio del marito riguardo ad un presunto tradimento e l’accortezza di tutti verso l’evitamento di perturbazioni emotive siano i tentativi per mantenere l’equilibrio psichico della mamma ed evitare crolli psicotici.

Il caso di Ilenia rappresenta un esempio lampante di come un blocco emotivo si possa propagare nel tempo fino alla terza generazione, Ilenia è una nipote che soffre di sintomi originati da un problema, all’epoca dei rapporti tra nonni e madre.

La non elaborazione di quei problemi ha generato prima una crisi psicotica e poi una serie di comportamenti volti ad evitare perturbazioni emotive.

Tre generazioni che perpetuano un blocco emotivo che oggi si manifesta in un blocco evolutivo finalizzato a mantenere l’omeostasi famigliare.

Per omeostasi famigliare si intende quell’equilibrio dinamico tra ruoli e gerarchie che permette la crescita delle persone e l’evoluzione del ciclo di vita di una famiglia-

In una situazione come questa descritta l’ansia di Ilenia rappresenta la richiesta sana di una spinta evolutiva.

La somatizzazione di Ilenia non è paragonabile alle somatizzazioni manifestate dalla madre che molto probabilmente esprimevano profondi sensi di colpa.

Ilenia cerca una via d’uscita, non riesce ancora a dirlo con la voce ma lo esprime chiaramente con il corpo.

Spetta alla psicoterapia aiutarla a trovare strade e risposte più complesse che le permettano di scegliere la vita migliore per se stessa senza sentimenti di tradimento o abbandono.

“In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi , il presente è brevissimo, il futuro dubbioso e il passato è certo”

(Seneca)

Share this Post!
error: Content is protected !!