di Raffaele Federici
Il presidente della Lega Internazionale dei Diritti dell’Uomo, sezione di Milano, Michele Marzulli ha coordinato gli interventi dei relatori: Eugenio Ficorilli, Presidente della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, già Capo del Dipartimento del Cerimoniale di Stato (dal 2008) e Capo dell’Ufficio del Cerimoniale di Stato posto in diretta collaborazione del Presidente del Consiglio dei Ministri (dal 2011); Pierluigi Spagnolo, giornalista RCS Gazzetta dello Sport; Fuori Ghezzi, avvocato specializzato in diritto della comunicazione e Raffaele Federici, docente in sociologia dei processi culturali presso l’Ateneo di Perugia. Al centro del dibattito il tema del festival, senso e direzioni di senso, inteso come un sistema di luoghi e dei diritti inalienabili dell’essere umano. Un percorso complesso e difficile in un mondo articolato che sembra trascinare la persona in un individualismo esasperato, in una società caratterizzata da profonde asimmetrie sociali che innescano dinamiche conflittuali in grado di testare la resilienza dei sistemi sociali e organizzativi, basati su una razionalità limitata scaturita anche dall’indebolimento dei meccanismi della fiducia e della cooperazione. La contemporaneità, da questo punto di vista, sembra aver radicalizzato i processi di disancoramento dell’individuo dal gruppo, mettendo in contrapposizione libertà e responsabilità. In tale contesto, la comunicazione, intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza, sembra aver ormai assunto una centralità strategica in tutte le dimensioni della prassi. Tra i modelli presi in considerazione, Pierluigi Spagnolo, autore del best-seller “Ribelli degli Stadi”, ha dato una lettura del DASPO e del come le richieste di una maggiore sicurezza siamo ormai divenute una costante in Italia da alcuni decenni. La conseguenza è stata che pressoché ogni governo succedutosi è intervenuto con decretazione d’urgenza sul tema, spesso anche più di una volta e, sovente, con cadenza annuale. Il ricorso allo strumento della decretazione d’urgenza può essere visto come sinonimo della mancanza di una progettualità politica di contrasto ai fenomeni criminali. Inoltre, l’intervento d’urgenza è stato spesso immediata e diretta conseguenza di specifici episodi di cronaca, particolarmente accentuati dai media. Raffaele Federici, seguendo la metafora dello stadio come specchio della realtà sociale, ha distinto senso e significato poiché se è possibile parlare del senso senza qualificazioni, per la rappresentazione in senso stretto è necessario specificare colui al quale essa appartiene e in quale momento. Qualcuno potrebbe forse obiettare che così come alla stessa parola uno collega una certa rappresentazione e un altro una rappresentazione diversa, del pari il primo può collegarvi un senso diverso da quello che vi collega il secondo. Ma in un caso del genere la differenza può riguardare solo il modo in cui avviene questo collegamento. Ciò non impedisce a entrambi di afferrare lo stesso senso; però non possono avere entrambi la stessa rappresentazione. Si duo idem faciunt, non est idem. Anche quando due persone si rappresentano la stessa cosa, ognuna ha nondimeno la sua propria rappresentazione. È vero che talvolta è possibile stabilire la presenza di differenze nella rappresentazione e perfino nelle sensazioni di persone diverse; tuttavia un confronto esatto è impossibile, poiché non possiamo riunire le due rappresentazioni nella stessa coscienza. Ficorilli si è invece occupato di tracciare le linee della comunicazione istituzionale che in questa fase sembra difficile da delimitare, soprattutto con riferimento alla modifica della Costituzione in riferimento alla modifica della struttura parlamentare e di come questo processo non potrà produrre alcun vantaggio ma anzi vedrà ridotta la capacità di rappresentanza dei cittadini. Furio Ghezzi ha invece ricordato come la memoria sia una funzione indispensabile di fronte a quella perdita di funzionalità del diritto e alla crisi dei corpi sociali intermedi.