
di Federica Biolzi – Intervista a Andrea Membretti -Veniamo da decenni nei quali le aree rurali e montane – in particolare gli Appennini e le Alpi (che, ricordiamolo, costituiscono oltre la metà della superficie italiana) – sono state marginalizzate rispetto alla vita sociale, economica e politica nazionale

(FRA/ITA) – de Thémélis Diamantis -Les questions du centre et de la périphérie se prêtent ici à deux lectures, l’une, factuelle ou institutionnelle, qui reviendrait à s’interroger sur la place du prince dans le système monarchique britannique

di Gianfranco Pecchinenda -l’azione umana è prevalentemente determinata dalla biologia oppure esistono margini di scelta tali da poter parlare di un libero arbitrio fondato sulla psicologia individuale?

di Federica Biolzi – intervista a Isabella Merzagora –La criminologia si è occupata ovviamente dei mass murderer, e io ne riporto anche alla luce della mia esperienza di perito psicopatologo. Talora troviamo tratti persecutori, vissuti di ingiustizia subita e conseguente desiderio di vendetta, sentimenti di frustrazione, ostilità, rabbia, fallimenti esistenziali. Talora troviamo motivazioni psicopatologiche. Si tratta spesso –ma non sempre- di individui con scarsa o nulla realizzazione sociale, desiderio di rivalsa, rancore, individui soli e isolati; difficile poi dire se l’isolamento sociale sia causa dell’agito omicida o se sia l’effetto di una struttura di personalità già disturbata: forse entrambe le cose, l’una che si nutre dell’altra. E non dimentichiamo la disponibilità di armi: la disponibilità di armi da fuoco è uno dei fattori che si incontra con frequenza nelle storie di omicidi di massa e che rende conto della possibilità di uccidere tante vittime in un breve lasso di tempo.
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