EXAGERE RIVISTA - Ottobre - Novembre - Dicembre 2024, n. 10-11-12 anno IX - ISSN 2531-7334

Il Magnifico (racconto)

di Claudio Fratesi

Tutte le mattine il nostro uomo alle sette in punto è in piedi. 

Anche oggi si sente fresco e riposato e si compiace di non dimostrare minimamente i suoi 50 anni. 

Dà un’occhiata rapida ai capelli intrecciati di bianco, che quasi a tradimento denunciano la sua età, ma il fatto non scalfisce la constatazione di essere un uomo molto bello.

È una persona metodica, ogni mattina, per prima cosa, si piazza davanti allo specchio di una fattura speciale che addolcisce i chiaroscuri e rende il suo viso più morbido e bello. 

L’aspetto fisico e in particolare la bellezza del viso sono da sempre  due pilastri fondamentali per l’autostima del nostro uomo.

Apre e chiude gli occhi, muove naso e bocca in tutte le direzioni: è la ginnastica facciale necessaria per mantenere elastici i muscoli del viso. Finito di compiere la serie di esercizi per il viso, che ripete tre volte, si spalma una crema che ritiene miracolosa per rigenerare i tessuti e rinfrescare la pelle.

Massaggia a lungo la fronte e poi, dopo aver infilato tre dita nel barattolo della crema, passa agli zigomi e poi al mento e per ultimo una passatina al collo.

Terminato questo  circuito di ginnastica e massaggi per il viso, che compie  tutte le mattine subito dopo la levata dal letto, si avvicina allo specchio fino a toccarlo con il naso e punta lo sguardo  dritto dentro i suoi occhi .

Poi si siede e prende un taccuino e inizia a scrivere:

Ecco la mia storia:

Sono un uomo molto fortunato, ho vissuto finora una vita splendida e sono certo che mi aspettano tante cose belle da vivere ancora. 

Chi di voi può vantarsi di essere stato un campione  nello sport e un fenomeno nel ballo? 

Chi di voi può vantarsi di essere stato sposo della donna più bella che si possa immaginare, una donna che avrebbe potuto vincere Miss Mondo? 

Ricordo ancora la sua pelle bruna, morbida e turgida allo stesso tempo, i suoi odori, i suoi sapori, le mille parole di amore che ci siamo scambiati. E il  sesso? Il più  sublime che un essere umano possa sognare. 

Eppure io l’ho lasciata mentre era sommersa dalle sue lacrime imploranti, me ne sono andato perché per me era finita ed io non sono un uomo che si accontenta. In amore poi è proibito accontentarsi. 

Dicono  che sia invecchiata dal dolore e  che ogni giorno pronunci il mio nome in attesa di un miracolo: il mio ritorno. Mi dispiace ma dopo di lei  ho avuto decine di donne bellissime, donne che ho amato e poi lasciato senza voltarmi indietro. 

Provo dispiacere per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di vivere le cose belle che io ho vissuto, per tutti coloro che arrancano giorno dopo giorno nella mediocrità assoluta.

Ma devo dire, per onestà intellettuale, che tanta fortuna e ricchezza non sono solo frutto delle mie spiccate qualità ma di un evento straordinario, di un dono che mi che mi è stato fatto quando avevo appena 14 anni, un dono che ha cambiato per sempre la mia vita.

A quel tempo mi ero trasferito da sei mesi a casa dei miei nonni materni che vivevano in campagna, stavo bene con loro, avevo trovato rifugio e conforto dopo la tragedia.

Sei mesi prima, in una mattinata estiva, era accaduto un evento terribile, stavo in macchina con i miei genitori, guidava la mamma , loro litigavano furiosamente.

Una cosa che capitava molto spesso, sedevo dietro e per non ascoltarli mantenevo la concentrazione sul panorama circostante. 

Ad un tratto la macchina sterzò bruscamente a destra, mia madre puntò la Golf grigia verso il dirupo che costeggiava la strada.

Mio padre tentò inutilmente di afferrare il volante dell’auto, poi  ricordo solo le urla, il rumore di lamiere che si piegavano e il cielo che roteava intorno a noi. 

Mi svegliai in ospedale, i miei genitori erano morti e miei nonni si presero cura di me. 

A sei mesi dalla tragedia mi ero ambientato molto bene dai nonni, uscivo pochissimo, trascorrevo molto tempo da solo e passeggiavo tutto il giorno per i campi brulli di loro proprietà. 

La tragedia era lontana, la mia vita scorreva liscia, mi coccolavo nei miei pensieri e leggevo molto.

Un giorno, di primo pomeriggio, mentre camminavo con la testa piena di pensieri, all’improvviso una luce accecante mi piombò di fronte, bloccando il mio cammino. Non riuscivo a scappare e nemmeno a urlare, una forza sconosciuta mi obbligava a stare fermo lì e a guardare dentro quella luce meravigliosa. 

E poi quella strana voce mi disse che Loro sapevano tutto di me, Loro sentivano ogni mio singolo pensiero, e leggevano ogni angolo della mia mente. 

La voce disse che Loro, da quel momento, mi avrebbero protetto e che non avevo più niente di cui preoccuparmi. 

La voce disse che da quel giorno iniziavo una  nuova vita, piena di bellezza e di gioia e che sarei morto vecchio e circondato d’amore. 

E alla fine disse che Loro venivano da molto lontano e avevano la tecnologia per starmi sempre vicino. 

Come era comparsa quella voce meravigliosa improvvisamente svanì. 

Rimasi basito, stordito dall’accaduto ma sentivo una pienezza mai provata, ogni solitudine era scomparsa, quella voce si era stampata dentro di me. 

Tornai a casa, non volevo parlarne ma i nonni, che mi vedevano silenzioso, iniziarono un interrogatorio serrato e alla fine dopo qualche giorno cedetti e raccontai tutto.

E loro dissero che era un bugiardo e che inventavo storie. 

Non dissi altro perché mi rendevo conto che non avevano gli strumenti mentali per comprendermi.

E continuarono nella loro monotona attività di forzarmi per farmi uscire a fare qualcosa.

Ma da quell’evento la mia vita cambiò radicalmente. 

Sembrava che Loro, seppur lontanissimi nello spazio potessero prendersi cura  di me, volevano la mia felicità e qualsiasi cosa intraprendessi si trasformava in un successo.

Non provavo sentimenti negativi e nessuna traccia di tristezza.

Tutto era razionale e facile, ogni progetto diventava vincente: mi piaceva l’atletica diventai un campione, per caso mi interessai al ballo e  diventai un fuoriclasse, ero circondato da amici che mi adoravano e da ragazze che riuscivo a fare innamorare a mio piacimento. 

Il sesso era sempre straordinario e anche dal punto di vista economico bastava che mi avvicinassi alla borsa e piccoli investimenti si trasformavano in guadagni strepitosi 

Chi di voi può vantare una vita così straordinaria? 

I miei nonni invecchiarono in fretta e una mattina di estate non sentii i consueti rumori che facevano quando mi preparavano la colazione, mi alzai dal letto con un brutto presentimento e li trovai immobili abbracciati nel loro letto, erano morti entrambi nel sonno. 

Morti di amore disse il medico. 

Avrei potuto salvarli, perché conoscevo e conosco le migliori cliniche o avrei potuto far vivere  loro gli ultimi tempi in maniera strepitosa, tipo viaggiare per conoscere il mondo, per terra e per mare visto che ho anche un mio yacht a disposizione. 

Se solo avessi saputo che stavano morendo avrei fatto qualcosa di grandioso per loro.

Ma anche in quel frangente non persi la mia sicurezza perché la voce interna mi diede una forza straordinaria.

Non versai nemmeno una lacrima ma guardai il cielo e lo spazio infinito in segno di ringraziamento.

La mia vita continuava alla grande ed ero rassicurato dal sapere che  sarei morto vecchio e amato. 

Sarei felicissimo se potessero vedermi ora. 

E da ultimo chi di voi può permettersi di vivere da anni in questa suite del migliore albergo dello Stato?

Io sì ! 

Sono circondato dal lusso e dalla riverenza di tutti, non passa settimana senza essere intervistato da giornalisti o politici , senza essere invitato a partecipare a Talk show di successo.

Questa a grandi linee è la mia storia vissuta finora. Spero che vi sia di aiuto per vivere meglio anche voi tutti.

Buona fortuna

Una volta terminato di scrivere il nostro uomo torna a contemplare le singole pieghe del suo viso, i contorni degli occhi, torna a constatare la perfezione del naso con aria compiaciuta e orgogliosa. 

Ora è pronto per uscire, vuole fare colazione perché lo stomaco non gli dà tregua. 

Sceglie uno tra i 27 cappelli che ha in stanza, tutti bianchi perché lui veste esclusivamente di bianco. Per oggi è indicato un cappello a falde larghe tipo Gangster anni ‘30. 

Esce dalla stanza inizia a scendere la scala, sente il brusio della folla riunita nella hall che ben presto si trasforma in clamore e applausi.

A quel punto il nostro uomo si prodiga in saluti plateali, grandi cenni con la testa, ampi sorrisi e alzate di mano come quelle che fa il presidente USA quando sale in aereo. 

Anche oggi sente che la giornata è grandiosa, piena della consueta ammirazione che coglie in tutti gli sguardi che incontra nel breve tragitto per raggiungere il gran bar.

Tutto per Lui è luminoso e bello e gli sembra che il mondo intero esista per compiacerlo.

Appena arrivato in quello che per Lui è un mega bar si siede sulla sedia bianca accostata ad un piccolo tavolo bianco e a gran voce chiede: ” Il Solito”.

E il Solito gli portano in un bicchiere di plastica con due dita d’acqua.

Tutto gli appare bello e luccicante in quello stanzone vuoto con le finestre serrate.

È ancora più bella e perfetta quella scritta sulla giacca bianca dell’uomo che gli mette in bocca due compresse e gli porge il bicchiere d’acqua.

Quella scritta assoluta che racconta di un uomo rinchiuso da decenni, di un uomo che ha ucciso ‘con amore’ e che da decenni vive travolto dalle proprie fantasie.

Tre parole, cucite con il filo blu, tre parole nette che risaltano agli occhi: Manicomio Criminale di Mondello. 

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