EXAGERE RIVISTA - Ottobre - Novembre - Dicembre 2024, n. 10-11-12 anno IX - ISSN 2531-7334

La centralità della lettura e della parola scritta

di Tamara Bertolini

 

L’importanza della lettura

Nella società attuale si può affermare che la lettura è trascurata, si legge poco e in maniera disimpegnata[1], inoltre sono i lettori occasionali ad aumentare mentre diminuiscono quelli abituali specialmente in età superiore all’obbligo scolastico. Questo aspetto risulta non poco problematico soprattutto perché si riflette sulle varie funzioni formative della lettura. Essa costituisce un punto cardine nella crescita e maturazione umana ed è uno dei temi centrali nella riflessione educativa. La lettura costituisce ciò che ci permette di accedere a ogni sapere, non solo in forma tradizionale ma anche attraverso le offerte che oggi il mondo mediologico ci propone[2]. Della lettura e della parola scritta non possiamo fare a meno, proprio perché stiamo vivendo in un’epoca in cui il codice scritto viene pian piano eclissato dall’egemonia di quello visivo.

Ed è qui che il saper leggere diventa un compito fondamentale all’interno di una società e di una cultura che richiedono di padroneggiare una moltitudine di codici. Sembra giunto il momento di sostenere un importante progetto di creatività culturale che supporti tutte le età, in particolare l’infanzia dove si deve promuovere l’interesse e la voglia di leggere[3]. Al bambino va trasmessa la passione ma anche il piacere di leggere, questo passaggio deve avvenire attraverso l’adulto che vede la lettura come una risorsa e uno strumento per l’autoformazione del soggetto. Attraverso la lettura chi educa aiuta chi si educa a capire il significato di un’esperienza basata sulla scelta. Pertanto è necessario tenere in considerazione il fatto che l’educazione a fare della lettura un atto di libertà personale, deve essere promossa nei vari ordini di scuola. Troppo spesso la pratica del leggere come anche la scrittura sono subite dall’alunno, vedendole solo come attività strumentali scollate dalla sua esperienza viva.

Bisogna recuperare il valore del contesto esperenziale perché è qui che le parole lette assumono significato. Occorre valorizzare il ruolo svolto dalla motivazione e dalla comprensione e l’importanza della lettura come atto intenzionale mosso da un bisogno di conoscenza ma anche di gioia emotiva[4]. Oggi più che mai la lettura non rappresenta un’esperienza frequente, occupa un posto periferico nella vita quotidiana, c’è chi sostiene che il tempo per leggere è tempo rubato al dovere di vivere. Non ha nemmeno una posizione rilevante nel progetto esistenziale dei ragazzi, presi da questa cultura del banale e del frammento, in una società narcisistica, attenta all’apparenza e all’esteriorità. Ecco perché l’amore per la lettura va alimentato presto, il suo interesse nasce già nel periodo neonatale dove, attraverso il parlare dei genitori, il bambino prende confidenza con la parola e può essere preparato per il racconto orale[5]. Il lettore autentico ha maturato nel tempo un buon rapporto con il libro perché ha potuto comprenderne l’alto valore comunicativo e la capacità di trasferire la parola scritta sul piano emotivo. Questo aspetto, che rappresenta l’atto volontario del leggere, avviene tra l’infanzia e la tarda adolescenza[6], motivo in più per agire fin da subito.

Il valore della parola scritta nel mondo digitale. Il ruolo della scuola

La crisi attuale del codice scritto e della lettura è una diretta conseguenza della pluralità alfabetica che caratterizza la nostra società. Questo però non ci deve indurre a creare una dualità tra parola e immagini, in una rincorsa continua, dove quest’ultime rischiano di prendere il sopravvento. Non dobbiamo cadere nella trappola di minimizzare o disprezzare tutti i linguaggi non-verbali, perché anche loro sono ugualmente importanti nel processo di autocostruzione della persona. Ignorare i media significa andare incontro alla marginalizzazione e in casi estremi all’emarginazione[7]. Occorre, invece, accogliere in modo critico le nuove tecnologie e puntare a realizzare una scuola che utilizzi sistemi informatici di comunicazione in grado di dare una risposta concreta ai differenti strumenti in uso nella nostra società, attraverso un’alfabetizzazione multimediale, senza che questo crei per la parola una perdita di dignità, valore e funzione. La libertà e la sicurezza di una persona dipendono dalle sue competenze linguistiche[8]. Appare evidente quanto siano necessarie in questo particolare periodo storico e sociale in cui viviamo, dove accanto ad una svalutazione del verbale si richiede un possesso della parola tale da non cadere in situazioni di dipendenza, subordinazione e svantaggio[9].

Ecco perché la fase che vede il passaggio dalla scrittura alla scrittura informatica non deve essere vista come il declino del libro ma come uno stadio d’integrazione con i vari media, dove la scuola diventa custode di questa nuova prospettiva. A essa spetta il compito di salvare la cultura più specializzata, di cui il libro diventa testimone assoluto, in quanto la rappresenta e la veicola al meglio[10]. E’ necessario porre l’accento sul significato profondo della lettura come sapere fondamentale nella società attuale e in particolare per gli educatori. Il ruolo della scuola, a partire dal nido e dalla scuola dell’infanzia, appare indispensabile. Una scuola che dia importanza alla strutturazione degli spazi e degli arredi, alla creazione di una biblioteca come luogo di consultazione e di svago.

Scuola in cui nell’aula sia predisposto un angolo delle narrazioni e della lettura, con una piccola bacheca, in cui vi siano libri che cambiano di settimana in settimana, scelti con cura dall’insegnante. Scuola dove la didattica della lettura e della narrazione siano coinvolgenti e soprattutto riflettano la professionalità del docente attraverso l’utilizzo di nuove tecniche di approccio al libro[11].  Pratiche, queste, di cui la scuola deve essere promotrice e custode. Inoltre, in quanto luogo di alfabetizzazione e trasmissione culturale essa attribuisce un ruolo fondamentale alla parola come scrittura e alle varie tipologie che emergono nella società odierna. Deve crescere l’idea di una pedagogia scolastica del leggere fatta di varie tipologie di testi e diversi approcci alla lettura, che integra quest’ultima con le immagini, il commento e l’animazione, che crea elaborati cartacei complicati adoperando strumenti multimediali. Nel contempo, deve utilizzare anche la narrazione, la scrittura e la lettura stessa con spirito ludico, perché proprio l’unione tra ludicità e narrazione offre lo spazio per creare una pratica del leggere consolidata e condivisa[12].

L’importanza della famiglia nell’approccio alla lettura

Certamente anche la famiglia è importante nell’approccio alla lettura, ciò che maggiormente influenza il bambino nella sua acquisizione è l’esempio dei genitori e i comportamenti osservati. Sono segnali che ci fanno sperare in un avvio al divenire lettore forte, lo sfogliare da soli libri di figure, l’ascolto di un racconto da parte dell’adulto, il ricevere dei libri in regalo. La lettura per il bambino deve essere un momento divertente e gratificante ed è chiaro che l’adulto, in questo contesto, veste un ruolo molto importante di guida e di mediatore[13]. Leggere favole è sicuramente una delle attività più piacevoli, ma ascoltarle permette di viaggiare utilizzando la fantasia, di creare immagini mentali che andranno ad ampliare il patrimonio personale già esistente.

Farà di meglio, rievocherà ricordi antichi ed emozioni a essi legate, creando momenti di rielaborazione e consapevolezza di fatti poco chiari. Il veicolo è la voce di chi narra, genitore o insegnante, che interpreta, suggerisce, sottolinea, smorza[14]. Attraverso questo strumento, il bambino, entra in un mondo che è il suo ma a cui diamo nuove prospettive cariche di un’emotività più profonda. Leggere favole non è solo un’attività linguistica, gli apprendimenti e le stimolazioni che emergono da questa narrazione incidono su altre sfere dello sviluppo cognitivo, primo fra tutti il concetto di tempo. Spesso nelle favole è evidenziato con una certa cura ed è in rapporto stretto con il percorso di crescita del personaggio principale.  La tendenza del bambino è quella di identificarsi con il protagonista della storia interiorizzando con facilità questa nozione anche e soprattutto per il forte valore emotivo che evoca[15]. Oggi più che mai c’è bisogno di fermarsi e di recuperare il tempo, il tempo da trascorrere con i bambini, il tempo per prendersene cura, il tempo per ascoltarli, il tempo per educarli e il tempo per leggere e per trasmettergli l’amore e la voglia di leggere. Nel bambino che si avvia con piacere all’utilizzo di questo prezioso strumento, bisogna ritrovare il principio dell’adulto che vede la lettura come un mezzo indispensabile per la sua autocostruzione. Dove emergono i valori della parola e dell’immagine e il consolidamento che ognuna può avere dall’interazione con l’altra[16].

 

 

 

Bibliografia

Bacchetti F. (a cura di), 2010, Attraversare boschi narrativi. Tra didattica e formazione, Napoli: Liguori

Bacchetti F., Cambi F., Nobile A., Trequadrini F., 2009, La letteratura per l’infanzia oggi, Bologna: CLUEB.

Catarsi E., 1999, Leggere le figure. Il libro nell’asilo nido e nella scuola dell’infanzia, Tirrenia (PI): Edizioni del Cerro.

Catarsi E., Bacchetti F., (a cura di), 2006, I “Tusitala”. Scrittori italiani di letteratura giovanile, Tirrenia (PI): Edizioni del Cerro.

Rossi B., 1976, Educazione linguistica e crescita umana, Fossano: Editrice Esperienze.

Rossi B., 1991, “Parola e immagine nell’educazione dell’uomo”, Cultura e educazione per il bambino, 5/6, pp. 51-61

Rossi B., “Parola e linguaggi nell’educazione. Tra cultura emergente e neoumanesimo, Roma: Bulzoni.

Rossi B., 1997, Ascoltare e leggere, Brescia: La Scuola.

 

 

[1] Bacchetti F. (a cura di), 2010, Attraversare boschi narrativi. Tra didattica e formazione, Napoli: Liguori, p. 5

[2] idem, Introduzione

[3] idem pp. 5-6

[4] idem, pp. 8-9

[5] idem pp. 10-11

[6] idem pp. 11-12

[7] idem pp. 12-13

[8] idem pp. 14-15

[9] idem p. 15

[10] Bacchetti F., Cambi F., Nobile A., Trequadrini F., 2009, La letteratura per l’infanzia oggi, Bologna: CLUEB, p. 52

[11] Bacchetti F. (a cura di), 2010, Attraversare boschi narrativi. Tra didattica e formazione, Napoli: Liguori, Introduzione

[12] Bacchetti F., Cambi F., Nobile A., Trequadrini F., 2009, La letteratura per l’infanzia oggi, Bologna: CLUEB, p. 52-53

[13] Bacchetti F. (a cura di), 2010, Attraversare boschi narrativi. Tra didattica e formazione, Napoli: Liguori, p. 50

[14]  idem, p. 131

[15] idem p. 131

[16] idemp. 6, p. 18

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