di Claudio Fratesi
In questo articolo tratterò di una storia d’amore, una storia non comune che ci permetterà di fare riflessioni cliniche a mio avviso interessanti .
Per rendere la lettura più intensa ‘parlerò’ in prima persona, come fossi Giancarlo, il protagonista di questa storia.
Era bellissimo studiare insieme a Lucia, divorare libri insieme, condividere gli spostamenti quotidiani all’università, partecipare ai convegni, dormire insieme, fare l’amore e guardarci dentro gli occhi e dentro l’anima.
Amore a 360 gradi.
Io ero single e Lucia fidanzata in casa, come si diceva una volta, coetanei ma Lei aveva una storia di relazioni affettive più lunga della mia.
A volte soffrivo per la sua situazione, ascoltavo le sue parole che mitigavano i fatti e le ritenevo sincere, era sincera, mi ripeteva che non riusciva a staccare la spina da una situazione che sentiva più grande di lei, una situazione che coinvolgeva tante persone e le famiglie di origine.
Abbiamo continuato la nostra storia ,innamorati, appoggiati l’uno sull’altra e il tempo passava.
Lucia mi faceva soffrire quando diceva che avrei dovuto trovare una vera fidanzata, che meritavo di più del poco tempo che avevamo insieme e che era giusto che io vivessi al massimo la mia vita.
Mi faceva molto male sentirla dire queste cose ma sentivo che non lo pensava veramente e contemporaneamente una parte di me sapeva che era vero.
E infatti, quasi in sordina, nella mia vita arrivò Lella, era la persona migliore che potessi trovare, concreta con obiettivi chiari e anche molto presa dalla sua carriera professionale.
È stato facile volerci bene ma il mio amore, quello vero, continuava a chiamarsi Lucia e per Lucia aveva il mio nome.
Lucia divenne mamma , in tre anni due figli, ne abbiamo parlato tanto, ci siamo confidati su tutto, sulle ansie e le gioie di diventare genitore.
Probabilmente, ancora una volta le scelte di Lucia condizionarono le mie e anch’io volli diventare genitore, Lella contenta e arrivò senza titubanze nostro figlio.
Io e Lucia eravamo ben strutturati, due volte a settimana con il pretesto del lavoro riuscivamo a ricavarci del tempo per noi due ed era un tempo bellissimo
Sembrava che avessimo trovato la formula della felicità anche se mi pesava a volte immaginare Lucia a casa con un altro uomo ,era un pensiero brutto ma la sentivo lo stesso tanto vicina e innamorata e allora passavo sopra a tutto.
L’aspetto più bello del nostro rapporto era l’intensità che nonostante il passare degli anni non accennava minimamente a diminuire, il desiderio e l’entusiasmo nello stare insieme era integro come i primi tempi.
Intanto con mia moglie la vita scorreva serena, la sostenevo nel suo percorso lavorativo, nei suoi concorsi infiniti per passare di livello e soprattutto nostro figlio cresceva bene.
L’unico elemento disturbante tra me e Lella era la mia strana preoccupazione per la sua salute e per la sua incolumità , sentivo per lei le stesse ansie e preoccupazioni che provavo per mio figlio.
Mi sentivo ridicolo nell’essere così ansioso per la salute di mia moglie, ma era più forte di me e Lella diceva che nutrivo per lei un amore distorto.
Invece a casa di Lucia qualcosa non stava funzionando bene, il loro figlio primogenito era molto irrequieto e nervoso, non gestiva le emozioni ed era molesto a scuola.
Lucia me ne parlava per ore e io la sostenevo, la consigliavo ed era un sollievo per entrambi sapere di non essere soli.
Ma la mia preoccupazione verso Lella era costante e ridicola, me ne vergognavo un po’, la forzavo a fare visite e controlli che lei regolarmente faceva per non sentirmi lagnare.
Un giorno fui convocato dal medico di famiglia, mi disse senza fronzoli che era stanco di assecondare le mie ansie e mi prescrisse un ansiolitico che io non assunsi mai.
Per il resto era un uomo sereno e appagato, la vita in famiglia andava bene, Lella era arrivata ai vertici professionali e nostro figlio cresceva bene.
A casa di Lucia invece c’era preoccupazione per il figlio primogenito, oramai adolescente, che era sempre più strano ,appiccicato alla madre con la quale però era continuamente in contrasto e Lucia non sapeva più cosa fare.
Era continuamente criticata e attaccata dal figlio che aveva iniziato a procurarsi tagli sulle gambe e aveva reazioni violente.
Io e Lucia però continuavamo la nostra vita di coppia come sempre , con la nostra intimità, aspettavamo con gioia le trasferte che periodicamente l’azienda ci obbligava a fare ma per noi non erano obbligo ma grande piacere.
A parte la mia ansia verso mia moglie e i problemi del figlio maggiore di Lucia per il resto tutto andava bene e arrivammo contenti a festeggiare il nostro ventesimo anniversario.
Ma i successivi due anni furono sconvolti da un accadimento inaspettato, senza preavviso e senza che mi fossi accorto di nulla un giorno Lella mi disse che non mi amava più da anni e che si era innamorata di un altro uomo.
Non voleva più vivere con me!
Provai un improvviso shock ,non mi sembrava fosse vero, non avevo mai pensato che fosse possibile una cosa del genere.
Mi resi improvvisamente conto di non aver protetto il rapporto con Lella, mi apparve evidente che una relazione di coppia deve essere alimentata e nutrita perché altrimenti può ammalarsi e anche morire.
Furono anni difficili, mia moglie non fece il minimo passo indietro, mi sentivo stupido, in colpa e guardavo mio figlio con la violenta sensazione di avergli rovinato la vita.
Lucia però seppe dare il meglio di se stessa, mi stette vicinissima, mi accompagnò passo dopo passo in tutto il mio percorso legale e soprattutto affettivo nei confronti di mio figlio, anche se nutrivo rabbia contro Lella continuava la mia ansia protettiva nei suoi confronti.
Forse mi aspettavo qualcosa in più da Lucia, perché iniziai a sentire una sensazione non positiva nei suoi confronti, la nostra relazione continuava come sempre ma la mia vita non era più quella di sempre.
I figli crescevano ed io ero sempre più solo e mi rendevo conto che nella mente di Lucia non esisteva il minimo pensiero di cambiamento in nostro favore.
Oggi la storia con Lucia continua dopo quasi 30 anni, i nostri figli sono grandi, Lella vive da anni con un altro uomo, Lucia continua a vivere con il marito ,da molti anni non hanno intimità fisica, stanno insieme per aiutare il figlio che è molto depresso.
E noi, io e Lucia, continuiamo a volerci tanto bene ma sono lontani i fasti di un tempo, ci si vede più raramente e nei nostri sguardi si legge la stanchezza e anche la forte sensazione di aver sprecato tanto nella nostra vita.
Riflessioni cliniche
Si tratta di una storia complessa e complicata ed è possibile studiarla da diverse angolazioni.
Si parla di tre coppie che vivono intrecciate e che percorrono un’ampia fetta della loro vita, tre coppie dove è difficile individuare quale sia la coppia che funge da satellite e quale quella centrale.
Dal punto di vista del versante dell’amore passionale e dell’intimità appare evidente che la coppia satellite sia quella coniugale, ma rispetto al progetto di vita, in primis i figli e progetti concreti di una coppia che diventa famiglia, quella satellite risulta essere la coppia degli amanti.
Si tratta di una suddivisione alquanto ibrida perché ci sono elementi di passionalità e di intimità fisica anche nella coppia famiglia e ci sono elementi di progettualità e di sostegno concreto anche nella coppia degli amanti, si tratta di valutare l’intensità di certi elementi rispetto alle fasi di vita.
Un altro aspetto della coppia Giancarlo Lucia e l’aspetto rifugio, il loro rapporto sembra essere distante dal mondo reale, parlano, discutono si sostengono rispetto ai problemi della vita ma mantengono una distanza da essa.
Il loro amore sembra fungere da riparo, come un ‘oasi’ rispetto al deserto della vita quotidiana, ma una relazione che è un’oasi ricca d’acqua disseta ma impedisce di attingere ad altre fonti.
In parole semplici è molto probabile che i rispettivi matrimoni avrebbero potuto dare più affettività e intimità se non ci fosse stata ‘l’oasi’ degli amanti.
Un secondo aspetto interessante riguarda la figura di coniugi, sembravano poco più che comparse nella vita di Giancarlo e Lucia ma poi si sono rivelate molto più potenti di quanto sembrassero: Lella abbandona il matrimonio e va per la sua strada e il marito di Lucia è rimasto ben saldo nel suo ruolo e di fatto ha contribuito non poco a mantenere Lucia ferma dove sta.
Un terzo aspetto riguarda la sintomatologia che si manifesta in entrambe le relazioni matrimoniali. Compaiono sintomi in Giancarlo che vive un’ansia ossessiva verso la salvezza della moglie e il figlio di Lucia che si aggrava e sfocia in una malattia psichiatrica
L’aspetto sintomatologico è molto interessante, c’è da dire che ogni sistema vivente combatte con tutte le forze in campo per non essere disgregato e infatti entrambi i matrimoni reggono per molti anni pur evidenziando grosse sofferenze.
La sofferenza maggiore emerge nel matrimonio di Lucia perché è la relazione dove i ruoli sono più rigidi rispetto a quelli nel matrimonio di Giancarlo
Maggiore rigidità nei ruoli equivale a una maggiore fatica nella crescita evolutiva del sistema e quindi ad una maggiore disfunzionalità, il sistema matrimoniale di Giancarlo e Lella alla fine trova una soluzione nella separazione che rappresenta un’evoluzione sana quando i presupposti per continuare il matrimonio vengono a mancare.
Al contrario nella relazione tra Lucia e il marito non si intravede mai il minimo movimento evolutivo, la coppia è congelata e a farne le spese è il loro figlio maggiore che rimane bloccato e si ammala di psicosi depressiva.
La sintomatologia di Giancarlo tradisce un senso di colpa verso Lella ma anche una confusione di ruoli tra quello genitoriale e quello coniugale, infatti Giancarlo mai avrebbe pensato che fosse possibile separarsi da Lella.
La sintomatologia del figlio maggiore di Lucia è funzionale per tenere uniti i genitori nel solo ruolo genitoriale, il ragazzo non ha potuto sviluppare una personalità autonoma.
Non si può bloccare il ciclo evolutivo di una famiglia, pena la grave disfunzionalità e malattia di qualcuno degli appartenenti.
Un quarto aspetto riguarda la coppia Lucia e Giancarlo, una coppia di amanti che finché restano tali riescono a dare il meglio di se stessi, si accompagnano nella vita e affrontano i problemi esterni a loro in maniera quasi distratta, in equilibrio tra la vita matrimoniale, scandita da routine e consuetudini e la vita passionale incentrata sul piacere e sulla bellezza.
Avrebbero potuto reggersi così a lungo se non ci fosse stato il controaltare del loro matrimonio? Probabilmente no!
L’equilibrio tra passione e razionalità si è mantenuto per tanti anni proprio grazie alla separazione netta tra questi due aspetti così importanti e necessari, entrambi i sistemi, quello della relazione matrimoniale e quello della relazione degli amanti sarebbero stati monchi se non fosse stato bilanciato da sistema opposto. Infatti Giancarlo, una volta separato, sente una solitudine ingravescente e una perdita di significato nella relazione con Lucia.
E peggio ancora sentono l’inconfessabile sensazione di aver sprecato gran parte della loro vita.
È oramai evidente che le parole di Lucia di molti anni fa, quando invitava Giancarlo a trovarsi una vera fidanzata erano profetiche.
Lucia stava indicando l’unica via di uscita sana, consapevole che non avrebbe mai lasciato suo marito. Razionalmente sappiamo sempre quali sono le soluzioni, il problema è che l’essere umano non è così razionale e intelligente come ci piace credere.
Restano aperte e senza risposta le domande:
Qual è il vero matrimonio per Lucia e per Giancarlo?
Quali sono le relazioni satellite e quali quelle centrali?
Perché non si sono fidati e affidati al loro sentimento?
Mi vengono in mente le ultime parole del romanzo di Stevenson “ Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde”
“Se ciascuna di queste due nature potesse essere riposta in identità separate, la vita sarebbe alleviata di tutto quanto ha di insopportabile: l’ingiusto potrebbe andarsene per la sua strada e il giusto potrebbe camminare tranquillo e sicuro per la sua strada elevata”