di Federica Biolzi
Ne “La Disputa felice”, Bruno Mastroianni vuole fornirci indicazioni e suggerimenti su come vivere un conflitto, una disputa sia sui social che nella vita reale. Mastroianni, filosofo e giornalista che si occupa di comunicazione digitale e relazioni con i media, affronta, con l’aiuto di esempi, le strategie migliori per rendere uno scontro, un momento di riflessione, una rielaborazione, ma soprattutto un valore aggiunto.
La lettura di questo testo, ci porta a esaminare più approfonditamente le nostre modalità di discussione. Queste, oggi, possono essere vissute sia di persona che virtualmente e comunque, in entrambi i casi, comportano un investimento emotivo.
Indisporsi e difendersi in toni spesso aggressivi, forse ha proprio la scopo di per evitare un vero confronto.
La relazione tra le persone ha una sua centralità indiscutibile da sempre, ancor più oggi dove si assiste al moltiplicarsi delle varie tipologie di comunicazione.
È necessario, come ci suggerisce Mastroianni, un lavoro di rielaborazione e reframing delle proprie idee che deriva dalla disponibilità ad uscire dal proprio mondo e dal desiderio di entrare in quello dell’altro. La maggior parte delle volte, infatti, il livello dell’incomprensione, non è tanto nei contenuti in sé ma nelle differenze tra i modi d’intendere la realtà (frame) degli interlocutori coinvolti.
L’ostilità è un conflitto tra mondi che si riversa sulle persone: nelle affermazioni dell’altro o la negazione di qualcosa in cui crede e che ha per altri ha un valore intoccabile.
Abbiamo voluto approfondire con l’autore l’obiettivo del suo libro ed il desiderio dei lettori, ossia il disputare felicemente.
Come nasce l’idea di questo libro, è legata ad un suo progetto più ampio?
L’idea nasce da una considerazione: oggi le competenze di comunicazione non sono più solo per alcuni addetti ai lavori ma per tutti. Visto che ormai ciascuno di noi ha in tasca uno smartphone connesso con il mondo, è necessario che in quella tasca inserisca anche la capacità di capire e farsi capire da molti interlocutori differenti. Ho provato a sintetizzare in poco più di cento pagine una possibile strada per migliorare il proprio modo di comunicare.
Nella nostra quotidianità dove l’importanza dei social ci avvicina e ci rende sempre raggiungibili con comunicazioni “diverse”, perché possiamo considerare questo libro uno strumento di notevole utilità?
Perché oggi siamo immersi in un continuo incontro con la differenza. Il dibattito pubblico a cui tutti hanno accesso attraverso il web e i social è fondamentalmente caratterizzato da una pluralità di interlocutori e visioni del mondo. Ognuno di noi quotidianamente incontra la prospettiva dell’altro; è importante imparare a rendere questo incontro un’occasione di crescita e non ridurlo al mero scontro, come spesso accade.
Nel testo l’autore riporta alcuni esempi, su come possano essere formulati e riformulati i propri pensieri e le proprie argomentazioni. Nella disputa è sicuramente fondamentale scegliere bene le parole, le giuste espressioni ed i modi con cui dire ciò che si vuole esprimere.
Nell’analisi fatta da Mastroianni, l’adeguatezza della terminologia non va considerata solo dal punto di vista della competenza linguistica, ma va prevalentemente intesa nei suoi aspetti sociali. “Scegliere bene le parole in un confronto è curare la parte relazionale dello scambio”.
Paradossalmente la tecnologia favorisce l’incontro ed il confronto con l’altro, ma contemporaneamente né semplifica l’allontanamento, poiché molto spesso diviene faticoso mettere in discussione le nostre certezze di fronte ad altri così opposti e diversi.
Nella scrittura forse siamo più facilitati a comunicare senza cadere in dispute infelici?
In realtà nella scrittura “in diretta”, quale quella delle app di messaggistica o dei social, possiamo essere addirittura più aggressivi: non abbiamo l’aiuto del corpo e di tanti altri supporti extraverbali per farci capire dall’altro. In un confronto scritto ci sono solo la scelta delle parole, delle idee e delle argomentazioni. Con esse si può essere sia più chiari che più violenti. Si alza insomma il livello mentale dello scontro, proprio per la distanza dei corpi. E, come sappiamo, ciò che è mentale può essere anche più devastante di ciò che è fisico.
In proposito, ed a titolo di esempio, Mastroianni riporta l’intervista ad una suora, badessa delle clarisse di Napoli, andata in onda in una trasmissione radiofonica La Zanzara. L’autore ha voluto metterne in rilievo gli elementi formali e di contenuto che generano un confronto proficuo e centrale nella creazione una disputa felice. Di fronte a domande provocatorie e aggressive, la suora ha saputo rispondere senza perdere di vista lo scopo del confronto: parlare al pubblico dicendo qualcosa di quella che in fondo è la propria vita e la propria scelta, incarnandola in ogni contesto, senza cadere nelle domande del giornalista ma, anzi, ribadendo punto per punto.
Il suo libro evidentemente si pone anni luce da un manuale sull’arte di aver ragione. Si può dire che qui si tratta di avere una ragione possibile?
Direi di più: si tratta di acquisire consapevolezza sulle proprie possibilità di relazione proprio nel dissenso. Non ho voluto scrivere un manuale di retorica o di tecniche di comunicazione (ce ne sono di migliori del mio), ma ho cercato di fare un testo che aiutasse a riflettere su come comunichiamo, perché il modo con cui entriamo in relazione con gli altri ci dice molto di chi siamo.
É importante avere sempre nuovi strumenti per migliorare le nostre dispute quotidiane. Ci aspettiamo un seguito da parte sua?
Certo. L’ultimo paragrafo del libro si intitola: la disputa continua. Non può finire, ci sarà sempre qualcosa da aggiungere in un campo – quello del capire e del farsi capire – che vede da sempre l’essere umano impegnato e lo vedrà sempre di più nei prossimi anni grazie alla tecnologia.
E noi lo attendiamo, certi che ognuno di noi può imparare che anche nei peggiori litigi, che la disputa felice è rimanere se stessi cercando di comunicare, con le proprie parole e il proprio essere, dei sentimenti che, positivo o negativo che siano, possano in fondo trasmettere quel nostro ed unico valore identitario.
Bruno Mastroianni
La Disputa Felice
2017 Franco Cesati Editore