di Sante Bagnoli e Vera Minazzi (editori Jaca Book)
Jaca Book era nata da soli due anni, ma nel ’67 a Parigi si era già di casa presso vari editori, in particolare si frequentava Maspero, le Èditions du Seuil e Aubier Montaigne, tutti rigorosamente sulla Rive Gauche attorno ai due boulevard del Quartiere Latino, Saint-Germain e Saint-Michel. Si passava la maggior parte del tempo da Maspero, prendendo titoli di critica all’economia politica e sullo scambio ineguale che rendeva inossidabile la struttura coloniale del mondo. Inoltre si trovavano volumi sui movimenti di liberazione in Africa ed Asia e si cercavano titoli sulle esperienze latino-americane. Da Seuil era il paradiso delle scienze umane (critica, etno, psico…) mentre da Aubier c’era la brezza del post-concilio. A Milano si leggevano Livres Hebdo e la Quinzaine littéraire così da arrivare piuttosto preparati per girare attorno ai tavoli di librerie come La Hune, La Joie de Lire e La Procure.
Le scienze umane erano il metronomo dell’editoria parigina degli anni ’60, almeno fino al Maggio ’68, e quasi sembravano voler mettere in un canto la filosofia. Lo strutturalismo non ripercorreva però la strada di Marx nei confronti della filosofia, non voleva né capovolgere né rimettere in piedi il sapere, ma a suo modo ordinarlo, «strutturarlo» e non si poteva non notare come un maître à penser, quale Levi Strauss, avesse in nuce un’anima normalizzatrice e consenziente con lo status quo. Status che Georges Balandier, in quegli anni considerato un antropologo più tradizionalista, svelerà, per non dire smaschererà, negli anni ’80, accusando le potenze coloniali di essere la causa diretta delle guerre ‘‘etniche’’ che devastavano l’Africa e che etniche non erano, essendo frutto del più classico divide et impera coloniale.
Mentre era alla ricerca di filosofia, una filosofia capace di mettere in questione i saperi, Jaca Book considerava sé stessa un progetto editoriale di scienze umane. È così che avvenne l’incontro con Jérôme Lindon, che dirigeva Les Éditions de Minuit, nate durante la Resistenza contro il Nazismo, per chiedere i diritti italiani di due opere di un filosofo allora non ancora letto in lingua italiana, Jacques Derrida. Si trattava di La voce e il fenomeno e Della Grammatologia. L’acquisizione della prima opera fu immediata, la traduzione e la curatela vennero subito affidate al giovane filosofo Gianfranco Dalmasso. La voce e il fenomeno. Introduzione al problema del segno nella fenomenologia di Husserl esce nel 1968 ed è la prima importante opera di Derrida tradotta in italiano, a solo un anno dall’edizione francese. Ma per Della grammatologia eravamo in seconda opzione. Al tempo, sulle opere di saggistica non si facevano delle aste per la cessione dei diritti stranieri, come è in uso oggi, si seguiva scrupolosamente il rito delle opzioni: l’Editore di una lingua stranierà, che arrivava per primo a chiedere i diritti di traduzione, aveva la prima opzione, ossia 2 o 3 mesi per studiare il volume.
Alla Buchmesse di Francoforte, con davanti lunghe cassette con schedine e divisori colorati, i responsabili dell’ufficio diritti arrivavano velocemente al punto: ‘‘sì, il titolo è libero’’ oppure ‘‘mi spiace, siete al secondo posto’’ o al terzo. L’opzione di secondo grado comportava aspettare… Da Minuit arrivò finalmente la notizia che speravamo: ‘‘per Della Grammatologia siete passati in prima opzione’’. Gianfranco Dalmasso, che aveva dato fin da subito il suo caloroso assenso alla pubblicazione di Derrida, organizzò un gruppo di traduzione, una sorta di seminar come si direbbe oggi, che di fatto era composto dai membri del CR2, un centro studi nato in quegli anni a Milano per iniziativa dello stesso Dalmasso, di Rodolfo Balzarotti, Francesca Bonicalzi, Giacomo Contri e Angela Claudia Loaldi. Il CR2 era allora in via Bagutta 2, un piano sopra la sede di Jaca Book. Di quei primi traduttori e curatori vari hanno proseguito negli anni a pubblicare con Jaca Book – il principale editore italiano di Derrida – sia traducendo opere di riferimento del filosofo francese che scrivendo saggi critici su di esso, in una collaborazione culturale ed editoriale che negli anni si è allargata.
Le pubblicazioni di Derrida e su Derrida hanno accompagnato nel tempo il lavoro della casa editrice che, a partire dagli anni ’70, diviene anche il maggior editore italiano di Levinas e Ricoeur. Poi l’incontro con Carlo Sini e, in particolare, con la collana Lo spoglio dell’Occidente da lui diretta. Collana che è divenuta un contenitore editoriale in cui, l’opera di Derrida, assieme ad altri caposaldi del pensiero filosofico del XX secolo, è stata messa ulteriormente in valore.
Il lungo e confidente rapporto con Michel Delorme, fondatore delle Edizioni Galilée, assieme a sua figlia Joanna, che purtroppo da vari anni ci ha lasciato, ci ha permesso di iniziare a pubblicare anche l’edizione postuma dei Corsi e Seminari di Jacques Derrida, edizione organizzata dagli eredi e da un comitato scientifico. Attualmente la pubblicazione in francese degli inediti di Derrida è stata affidata a Seuil (non più l’editore indipendente degli anni ’60, sito nella palazzina di Rue Jacob a pochi passi da Maspero, Minuit e Gallimard, ma ormai parte del grande gruppo La Martiniere). Ci siamo trovati, così, a riprendere, quanto concordato con Delorme, con il neo presidente di Seuil, Hugues Jallon, in un incontro francofortese nel 2019. In questo incontro è stata confermata la volontà di proseguire anche nella pubblicazione di questi inediti, già iniziata nel 2009/2010, con La bestia e il sovrano, volume I e II. Così, dopo Teoria e prassi. (Corso dell’École Normale Supérieure Rue d’Ulm, Parigi, 1975-1976) edito nel 2018, a fine 2019 è andato in stampa Heidegger. La questione dell’Essere e la Storia. (Corso dell’ENS-Ulm 1964-1965). Mentre per l’autunno 2021 sono in uscita Geschlecht III, terzo dei quattro studi che Derrida ha dedicato a Martin Heidegger, e La vita la morte. (Seminario 1975-1976), a due anni dall’uscita in Francia.
A 53 anni dalla pubblicazione de La voce il fenomeno, leggendo un nuovo testo o in occasione di una riedizione ci rendiamo conto di come il pensiero di Jacques Derrida sia stato fecondo per il nostro mestiere di editori, e di come ancora oggi continui ad esserlo.
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Testi di Jacques Derrida pubblicati da Jaca Book
Geschlecht III. Sesso, Razza, Nazione, Umanità, 2021
La vita la morte. Seminario (1975-1976), 2021
Di un tono apocalittico adottato di recente in filosofia. Con testo originale francese a fronte, 2020
Salvo il nome. Con testo originale francese a fronte, 2020
Heidegger. La questione dell’Essere e la Storia. Corso dell’ENS-Ulm 1964-1965, 2019
Passioni. Con testo originale francese a fronte, 2019
Chora. Con testo originale francese a fronte, 2019
Teoria e prassi. Corso dell’École Normale Supérieure Rue d’Ulm, Parigi, 1975-76, 2018
La pena di morte. Volume II (2000-2011), 2016
Pensare al non vedere. Scritti sulle arti del visibile (1979-2004), 2016. ult. ed. 2020
La pena di morte. Volume I (1999-2000), 2014
La Bestia e il Sovrano. Volume II (2002-2003), 2010
La Bestia e il Sovrano. Volume I (2001-2002), 2009
Psyché. Invenzioni dell’altro, vol. 2, 2009, ult. ed. 2020
Psyché. Invenzioni dell’altro, vol. 1, 2008, ult. ed. 2021
L’animale che dunque sono, 2006, ult. ed. 2019
Economimesis. Politiche del bello, 2005
Ogni volta unica, la fine del mondo, 2005
Donare la morte, 2002, ult. ed. 2009
Paraggi. Studi su Maurice Blanchot, 2000
Addio a Emmanuel Lévinas, 1998, ult. ed. 2011
Il segreto del nome, 1997, ult. ed. 2005
Memorie per Paul De Man. Saggio sull’autobiografia, 1995, ult. ed. 2017
Il problema della genesi nella filosofia di Husserl, 1992, ult. ed. 2016
La disseminazione, 1989, ult. ed. 2018
Introduzione a Husserl «L’origine della geometria», 1987, ult. ed. 2016
La farmacia di Platone, 1985, ult. ed. 2017
Di un tono apocalittico adottato di recente in filosofia, in G. Dalmasso (a cura di), Disegno, 1984
Dove comincia e come finisce un corpo insegnante, in G. Dalmasso (a cura di), Il corpo insegnante e la filosofia, 1980
Della grammatologia, 1969, 1998, ult. ed. 2020
La voce e il fenomeno. Introduzione al problema del segno nella fenomenologia di Husserl, 1968, ult. ed. 2010